#: locale=it ## Tour ### Description tour.description = Largario-vecchia casa ### Title tour.name = VBlenio-Acquarossa ## Skin ### Button Button_07956C48_114C_6472_41A7_6EE8B4905F7E.label = Cartina Si/No Button_25BCBB43_058E_5564_417B_C3675DB9EEE7.label = Mostra / Nascondi hotspots Button_27096166_3365_9981_41AA_ABC1A99E9F24.label = Info Button_C374C3D4_E000_E780_41EB_AD01E7BA5CF4.label = Panoramica del Comune ### Multiline Text HTMLText_0002559B_1436_F285_41B2_8F7D465C25AD.html =
S. Ambrogio, XVIII sec.
(fonte: v. Info)
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Fonte battesimale con sovrastruttura lignea a tempietto, seconda metà XVII sec.
(fonte: v. Info)
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Altare maggiore tardobarocco in stucco lucido prob. di Carlo Gaietti, XVIII sec., contenente una pala della Madonna col Bambino
(fonte: v.info)
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testo
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Frazione Leontica



Comune autonomo - che comprendeva anche Comprovasco - fino all'aprilel 2004, poi frazione del comune di Acquarossa, in seguito alla fusione dei comuni di Castro, Corzoneso, Dongio, Largario, Leontica, Lottigna, Marolta, Ponto Valentino e Prugiasco.


Leontica ospita la stazione sciistica del Nara, i cui impianti si estendono fra i 1.400 e i 2.200 m s.l.m. e culminano sulla cresta fra la Valle di Blenio e la Leventina (bassa di Nara), da dove si gode di una magnifica vista fino al massiccio del Gottardo e alla cima dell'Adula.



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testo
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Tele della Via Crucis firmate Peravicino, 1779
(fonte: v.info)
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testo
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Tele della Via Crucis firmate Peravicino, 1779
(fonte: v.info)
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Tela dell'Immacolata, 1751, di Johann Melchior Wysch, proveniente dall'antico oratorio della Vergine Immacolata di Tezzeghino
(fonte: v.info)
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Orologio di campanile, 1882, proveniente dalla chiesa parrocchiale dei SS. Fiorenzo e Luca di Dongio.
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Statua lignea della Madonna col Bambino, XVII sec.
(fonte: v.info)
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Statua lignea di S. Giuseppe col Bambino, XVIII sec.
(fonte: v.info)
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Tele della Via Crucis firmate Peravicino, 1779
(fonte: v.info)
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Tele della Via Crucis firmate Peravicino, 1779
(fonte: v.info)
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Sulle pareti del coro: cinque affreschi in cornici a stucco, fra cui le raffigurazioni dei patroni, fine XVII sec
(fonte: v.info)
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Tela di S. Nicolao della Flue, 1763, di Johann Melchior Wysch, proveniente dall'antico oratorio della Vergine Immacolata di Tezzeghino
(fonte: v.info)
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Tela della Via Crucis firmata Peravicino, 1779
(fonte: v.info)
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Tela della Madonna del Soccorso, XVII sec.
(fonte: v.info)
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Tela della Via Crucis firmata Peravicino, 1779
(fonte: v.info)
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Tela della Via Crucis firmata Peravicino, 1779
(fonte: v.info)
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Nella nicchia battesimale: fonte con sovrastruttura a tempietto in legno intagliato, seconda metà XVII sec.
(fonte: v.info)
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Sulle pareti del coro: cinque affreschi in cornici a stucco, fra cui le raffigurazioni dei patroni, fine XVII sec
(fonte: v.info)
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testo
HTMLText_012F478A_1436_9E84_41AD_00E87DAE2DD6.html =
S. Ambrogio in trono con i SS. Protasio e Gervaso, prima metà XVII sec.
(fonte: v. Info)
HTMLText_01A8AEE1_13F1_8E85_41AF_F19D5FA1EFBC.html =
Altare con tabernacolo e paliotto in legno intagliato, dorato e dipinto, metà XVIII sec. ca.
(fonte: v. Info)
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Chiesa parrocchiale
di S. Ambrogio



Edificio sorto nel 1700 sull'area di un oratorio dedicato a S. Rocco. Precedentemente la parrocchiale era la chiesa di S. Ambrogio vecchio a Negrentino.


Costruzione a navata unica con coro poligonale e campanile sul fianco sin.


Sulla parete terminale esterna del coro: tracce di affreschi settecenteschi.


Interno coperto da volte a botte lunettate.


Decorazione pittorica tardottocentesca.


Nel coro: altare con tabernacolo e paliotto in legno intagliato, dorato e dipinto, metà XVIII sec. ca.; sulle pareti laterali, tele raffiguranti S. Ambrogio in trono con i SS. Protasio e Gervaso, prima metà XVII sec. e l'Ultima Cena, acquistata nel 1749.


Nella cappella della Madonna: ricchi stucchi, XVIII sec., e dipinti murali, XIX sec.; statua lignea della Vergine del Rosario, XVIII sec.


Nella cappella di S. Rocco: altare con paliotto dipinto su tela, XVIII sec.


In controfacciata: tele di S. Ambrogio e S. Carlo Borromeo, XVIII sec.


Fonte battesimale con sovrastruttura lignea a tempietto, seconda metà XVII sec.



Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 101, Edizioni Casagrande, 604 pagine



HTMLText_028E43D9_13D1_9685_41A2_67219747F425.html =
Frazione Lottigna



Antica sede dei balivi dei cantoni primitivi. Era il capoluogo del distretto di Blenio.


Dal 2004 fa parte del comune di Acquarossa, in seguito alla fusione dei comuni di Castro, Corzoneso, Dongio, Largario, Leontica, Lottigna, Marolta, Ponto Valentino e Prugiasco.


Sul declivio sottostante il nucleo spiccano alcune imponenti costruzioni del’inizio del XX secolo.




HTMLText_02CEE972_13D1_7387_417B_403217F27082.html =
Chiesa di Negrentino
di S. Ambrogio vecchio (oggi S. Carlo)



Uno dei più significativi esempi di architettura romanica lombarda in Svizzera. Vi si conservano importanti affreschi romanici e tardogotici.


In posizione isolata e panoramica lungo la vecchia mulattiera del passo del Nara che collega le valli di Blenio e Leventina.


L'edificio orientato biabsidato è menzionato nel 1224 e corrisponde al tipo pseudogemellare molto diffuso nell'area prealpina lombarda soprattutto ambrosiana.


L'originaria aula rettangolare con abside semicircolare, risalente all'ultimo terzo o alla fine dell'XI sec., fu ampliata in una fase successiva databile al XII o XV sec., con l'aggiunta di un analogo impianto a S. di dimensioni leggermente ridotte.


I portali a N della prima chiesa furono murati a favore di altri due a O e a S. Sagrestia sul fianco S aggiunta tra la fine del XVI e l’inizio del XVII sec.
Massiccio campanile sul lato N innalzato verso la fine dell’XI o nel XII sec., decorato a E con gli stemmi del Canton Uri e della Leventina.
Restauri 1905-07, 1940-44 e 1969.


Abside maggiore costruita in conci di pietra calcarea e granito; monofora centrale con bassorilievo romanico di un pavone nel piedritto des.


Portale S sovrastato da due affreschi attr. a Antonio da Tradate, fine XV-XVI sec., raffiguranti un Vir Dolorum e S.Michele.


Interno a due aule coperte da un soffitto ligneo piano a travi e listelli e unite da due archi impostati su colonna centrale.


I dipinti murali appartengono a tre epoche diverse.
Nella parte alta della controfacciata della chiesa primitiva: affresco romanico fra i più notevoli del Cantone, con la figura di Cristo trionfante all’interno di un clipeo affiancato da due gruppi di apostoli acclamanti, opera di un pittore lombardo le cui datazioni oscillano tra i primi decenni dell’XI e l’inizio del XII sec.


A des. dell’ingresso murato: affresco strappato e ricollocato, con frammenti di un gruppo di guerrieri che potrebbero far parte di una Crocifissione.
Gli affreschi dell’abside maggiore, realizzati nei decenni intorno alla metà del XV sec., sono attr. alla bottega dei Seregnesi; nella calotta, Majestas Domini con gli evangelisti rappresentati
come esseri antropo-zoomorfi; nel registro inferiore, gli apostoli; sotto lo strato d’intonaco del velario illusionistico della parte bassa della conca absidale, una testa di drago appartenente alla decorazione romanica; sui piedritti, a sin. S.Stefano, a des. S.Caterina d’Alessandria; nel sottarco, tondi con busti di re e profeti; nei pennacchi dell’arco, Annunciazione.


Sulla parete N: affreschi votivi pure attr. ai Seregnesi, seconda metà XV sec., raffiguranti quattro Madonne in trono, S. Ambrogio, i SS. Antonio Abate, Bernardino da Siena e la Crocifissione.


Gli affreschi dell’aula e dell’abside S sono attr. a A. da Tradate, fine XV- inizio XVI sec.; nella calotta absidale, Incoronazione della Vergine; sui piedritti e nella conca absidale, sette scene della vita di Maria; sullo zoccolo, scene oggi quasi illeggibili prob. raffiguranti la Penitenza, con Confessione e Ammonimento; nel sottarco, santi; sulla parte alta dell’arco, angeli adoranti e musicanti.


Sulla parasta che separa le absidi: Natività di Cristo. Sugli archi divisori: Assunzione della Vergine affiancata da angeli musicanti e due gruppi di persone e santi; nei sottarchi, profeti e personaggi del Vecchio testamento; sul piedritto O, S.Antonio Abate. Sulla parete S dell’aula: dipinti votivi raffiguranti tre Madonne in trono, i SS. “Deliberata” e Antonio da Padova, un tondo con un’altra Madonna e S.Ambrogio.


In controfacciata: scena della battaglia di Parabiago con S.Ambrogio a cavallo; ai lati, i SS. Gervaso e Potasio.


Absidi delimitate da recinzioni in legno. Nell’abside minore si conserva l’antico altare con resti della decorazione pittorica a motivi geometrici.


Sulla trave dell’arco trionfale dell’abside maggiore: crocifisso ligneo con testa mobile e capelli naturali, inizio XVI sec.


Nell’aula S: tabernacolo ligneo, fine XVI sec.




Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), pp. 101-102, Edizioni Casagrande, 604 pagine



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Affreschi attribuiti a A. da Tradate, fine XV - inizio XVI sec.; nella calotta absidale, Incoronazione della Vergine; sui piedritti e nella conca absidale, sette scene della vita di Maria.
Antico altare con resti della decorazione pittorica a motivi geometrici.
(Fonte: vedi Info)
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testo
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Scena della battaglia di Parabiago con S.Ambrogio a cavallo; ai lati, i SS. Gervaso e Potasio.
(Fonte: vedi Info)
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Affresco romanico fra i più notevoli del Cantone, con la figura di Cristo trionfante all'interno di un clipeo affiancato da due gruppi di apostoli acclamanti,
opera di un pittore lombardo le cui datazioni oscillano tra i primi decenni dell’XI e l’inizio del XII secolo.
(Fonte: vedi Info)
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Affreschi votivi attribuiti ai Seregnesi, seconda metà XV secolo, raffiguranti quattro Madonne in trono, S. Ambrogio, i SS. Antonio Abate, Bernardino da Siena
e la Crocifissione.
(Fonte: vedi Info)
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Dipinti votivi raffiguranti tre Madonne in trono, i SS. “Deliberata” e Antonio da Padova, un tondo con un’altra Madonna e S.Ambrogio.
(Fonte: v.Info)
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testo
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Casa dei Landfogti
o Palazzo del Pretorio



IL MONUMENTO STORICO. Il Palazzo del Pretorio, o Casa dei Landfogti, è l'edificio monumentale araldicamente più interessante del Cantone.


Costruito agli inizi del XVI sec. da Gian Domenico Cima di Aquila su una struttura preesistente: si veda la data all'interno del 1461(?); legato a favore del baliaggio di Blenio nel 1550, perché fosse destinato a Palazzo di Giustizia e sede dei rappresentanti dei cantoni forestali.


Tribunale del distretto fino al 1891. Restaurato nel 1968-72.
Facciata principale affrescata con gli scudi dei cantoni Uri, Svitto e Untervaldo, quello della comunità di Blenio (1578), una meridiana e gli stemmi dei Landfogti del XVI e XVII sec.; all'interno stemmi di Landfogti e di alti funzionari appartenenti alle famiglie eminenti della valle.


Rilievo con simbolo della Giustizia sul Iato settentrionale.


IL MUSEO promuove la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale della valle in collaborazione con il Cantone, in particolare con il Centro di dialettologia e di etnografia (CDE).




Fonte:
Volantino informativo del museo



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Chiesa parrocchiale
dei SS. Pietro e Paolo



Documentata nel XlII sec. con la dedica alla Madonna.


Edificio orientato a navata unica conclusa da un coro poliganale. Della chiesa romanica si conservano il campanile a N-0, due monofore nel fianco S e un frammento di fregio dipinto sulla parete des. Della navata.


Gli ampliamenti in stile barocco del 1632 comportarono la sopraelevazione della navata e la costruzione del coro e delle cappelle laterali. Restauro e rinnovamenti, 1945-46.


Sulla facciata principale sono affrescati la Madonna in trono, S. Cristoforo, fine XV sec., e i SS. Rocco e Sebastiano, inizio XVI sec.


Navata coperta da volte a crociera.


Coro e cappelle laterali ornati da ricchi stucchi con angeli musicanti, fine XVII sec.


Decorazione pittorica della bottega dei Calgari, seconda metà XIX sec.


Altare maggiore tardobarocco in stucco lucido prob. di Carlo Gaietti, XVIII sec., contenente una pala della Madonna col Bambino.


Sulle pareti del coro: cinque affreschi in cornici a stucco, fra cui le raffigurazioni dei patroni, fine XVII sec.


Cappel la della Madonna, a sin., sovrastata da uno stemma in stucco della fam. Scolari (Johann Franz Scolar fu balivo della valle negli anni 1680-1682 e 1698-1700); altare in stucco con statua lignea della Madonna col Bambino, XVII sec.


Cappella di S. Giuseppe. a des., sormontata da uno stemma in stucco della fam. Arnold
di Spirigen, il cui membro Johann Leonhard fu balivo della valle nel 1692-1 694; altare in stucco con statua lignea di S. Giuseppe col Bambino, XVIII sec.


In navata: statua in terracotta dell'Assunta, prima metà XVII sec.; tele della Via Crucis firmata Peravicino, 1779. e della Madonna del Soccorso, XVII sec.; le tele dell'Immacolata, 1751, e di S. Nicolao della Flue, 1763, di Johann Melchior Wysch, provengono dall'antico oratorio della Vergine Immacolata di Tezzeghino.


Nella nicchia battesimale: fonte con sovrastruttura a tempietto in legno intagliato, seconda metà XVII sec.


Pulpito in stucco lucido, XVIII sec.


Confessionale in legno intagliato, XVII sec.



Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), pp. 93-94, Edizioni Casagrande, 604 pagine



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Tela raffigurante l'Ultima Cena, acquistata nel 1749.
(fonte: v. Info)
HTMLText_07F7AF46_1436_8F8C_419A_C5002CD0DA1D.html =
S. Carlo Borromeo, XVIII sec.
(fonte: v. Info)
HTMLText_07F96292_1436_F684_4197_10212D37754C.html =
S. Carlo Borromeo, XVIII sec.
(fonte: v. Info)
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testo
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Casa Romagnolo



La casa è stata costruita tra il 1683 e il 1688 dal Capitano Francesco Romagnolo, giudice del Circolo di Castro.


Nel 1745 (data sui camini) probabilmente si eseguì la decorazione visibile sulle facciate est e ovest e, parzialmente, sulla facciata principale.


Gli autori consultati indicano che la casa fu affrescata da Carlo Biucchi. Due figure sulla facciata provano lo scherzevole carattere dei fratelli Biucchi di Castro.


Il nudo dice:
«Ho sempre litigato e sempre ho vinto. Guardate come sono dipinto.»


L'uomo abbigliato da ricco cavaliere dice:
«Ho sempre litigato e ho sempre perso. Guardate come son diverso.»





Fonte:
Targa sulla casa






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Chiesa parrocchiale



Costruzione a navata unica con coro poligonale e campanile sul fianco sin., consacrata nel 1402 e ampliata nel 1674.


Separazione dalla parrocchia di Castro nel 1909.


Restauro, ristrutturazione interna, nuovo arredo liturgico e posa delle vetrate di fra' Roberto nel coro, 1964-65.


Sulla parete di fondo del coro: crocifisso ligneo, XVI-XVII sec.


Nella cappella laterale statua della Madonna col Bambino, seconda metà XVII sec.; sulla parete sin., paliotto in legno dipinto di Josef Melchior Wyrsch, 1752.


In navata: statua lignea di S. Bartolomeo, di Giovanni Genucchi, anni '30 del XX sec.




Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 103, Edizioni Casagrande, 604 pagine



HTMLText_10E21B32_0420_3176_416F_5DB1B5277777.html =
Frazione Castro



Un castello di origine forse bizantina è attestato nel 1214 e nel 1253.


Paese natale del pittore Carlo Martino Biucchi (1702-1772?) e dello scultore Giovanni
Genucchi (1904-1979).



Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 102, Edizioni Casagrande, 604 pagine








HTMLText_10EFB142_0420_1117_4181_8D7C4060B599.html =
Frazione Prugiasco



Fino al 1798, il villaggio apparteneva alla vicinanza di Chiggiogna, in Leventina, all'altro lato del passo del Nara.


Dal 2004 fa parte del comune di Acquarossa, in seguito alla fusione dei comuni di Castro, Corzoneso, Dongio, Largario, Leontica, Lottigna, Marolta, Ponto Valentino e Prugiasco.






HTMLText_113AECD3_0420_3735_418E_C4761C38CF32.html =
Chiesa parrocchiale di S. Giorgio
a Sud dell'abitato



Costruzione a navata unica con due cappelle laterali e coro semicircolare.


L'originaria chiesa romanica a due navate. citata nel 1205, di cui resta il campanile rimaneggiato nei sec. XVI e XVII, fu demolita nel 1867 per far posto all'edificio neoclassico eretto su progetto di Diego Morosoli nel 1868.


Dalla chiesa medievale provengono prob. la figura romanica in stucco raffigurante un apostolo, XlI sec., e il capitello ottagonale in pietra, fine Xl-XlI sec., conservati accanto all'ingresso laterale.


Decorazione pittorica interna dell'inizio del XX sec.


Altare maggiore in stucco lucido, ultimo quarto XIX sec.


Nella cappella laterale des.: statua della Madonna col Bambino, inizio XVII sec.


In controfacciata: tela dell'Ultima Cena, di Giuseppe Romagnoli, inizio XVII sec., rozza copia del Cenacolo di Leonardo da Vinci.


Fonte battesimale con sovrastruttura lignea a tempietto, prima metà XVII sec.


Confessionale in legno intarsiato, XVIII sec.



Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), pp. 102-103, Edizioni Casagrande, 604 pagine






HTMLText_114BCE11_0420_3332_4173_EE6174E947B9.html =
Oratorio di S. Antonio da Padova
(nel paese)



L'oratorio primitivo del 1681-82 ca., corrispondente al coro attuale, fu ampliato nel 1729-31 su progetto di Giandomenico Frasca.


Aula rettangolare voltata a botte, con piccolo campanile sul fianco sin. del coro.


Interno decorato con notevoli affreschi illusionistici di Carlo Martino Biucchi, 1731-32; sull'arco trionfale, Dio Padre; sulla volta e sulle pareti laterali del coro, Gloria e Miracoli di S. Antonio, quattro virtù; in controfacciata, Fede e Carità.


Sulla parete di fondo del coro: dipinto murale illusionistico di un ambiente semicircolare, prob. del padre francescano Innocenza Biucchi, 1752.


In navata: sulle pareti, quattro ovali con Miracoli di S. Antonio affrescati da Pietro Silva, 1770-71; sulla volta, Immacolata di Tommaso Calgari, 1860 ca.; dipinti decorativi di Costantino Lomazzi, 1918.


Altare maggiore in marmi policromi di Stefano Gamba, 1731, con statua lignea di S. Antonio acquistata nel 1783; nella vetrina della mensa, gruppo in terracotta del Compianto di Cristo, opera lombarda acquistata nel 1732.


Ai lati dell'arco trionfale: due piccoli altari con edicole marmoree contenenti un crocifisso e una statua dell'Addolorata, prima metà XVII sec.


Sulla trave dell'arco trionfale: crocifisso ligneo, prob. XVI sec.


Pulpito in marmi policromi, fine XVIII sec.



Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 103, Edizioni Casagrande, 604 pagine



HTMLText_11881F11_0420_3132_4168_B6B7A9D93864.html =
Atelir Giovanni Genucchi
scultore



10.4.1904 Bruxelles, 3.10.1979 Acquarossa, catt., di Castro (oggi comune di Acquarossa).


Figlio di Carlo e di Giuseppina Ferrari. ∞ (1944) Osmana Speziali, figlia di Arturo. Cresciuto a Marolta, nella valle di Blenio, si formò da autodidatta come intagliatore in legno.


Dal 1923 al 1925 lavorò a Bruxelles presso uno scultore in legno. Rientrato nel Ticino, visse come artigiano-scultore dal 1925 a Castro e dal 1935 a Barbengo. Tra il 1937 al 1949, anni in cui ebbe uno studio a Bellinzona, elaborò un linguaggio personale.


Rientrato a Castro nel 1949, dovette alternare all'attività artistica quella contadina; dal 1954 al 1960 fu insegnante di disegno.


Nel decennio 1960-70 ottenne i primi riconoscimenti pubblici.


Tema centrale della sua opera, che fonde antico e moderno, è la figura femminile, contraddistinta da forme essenziali e da una morbida plasticità, portata alle soglie dell'astrazione.



Fonte:
Dizionario storico della Svizzera. Testo scaricato il 10.12.2015 da
http://www.hls-dhs-dss.ch/textes/i/I44614.php




HTMLText_11BAAE92_00F3_3B80_4144_329AFE0D15D0.html =
Frazione Marolta



Comune autonomo fino all'aprilel 2004, poi frazione del comune di Acquarossa, in seguito alla fusione dei comuni di Castro, Corzoneso, Dongio, Largario, Leontica, Lottigna, Marolta, Ponto Valentino e Prugiasco .



Marolta era il comune d'origine del vescovo mons. Giuseppe Martinoli.







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Chiesa parrocchiale
di San Martino



Documentata nel 1258. Costruzione dell'attuale edificio barocco a navata unica con quattro cappelle laterali e coro semicircolare negli anni 1733-40 ca., su progetto di Giandomenico Frasca.


Campanile di gusto romanico, sec. XV-XVI, in parte ricostruito nel 1950. Restauro e posa del nuovo arredo liturgico, inizio anni '70 del XX sec.
Luminoso interno coperto da volte a botte lunettate e decorato con stucchi settecenteschi.


Nel coro: dipinti murali con la Gloria di S. Martino e due raffigurazioni della Sacra Famiglia, ritoccati; altare maggiore con fastoso tabernacolo in legno scolpito, dorato e dipinto; fine XVII sec.; nuovo altare in granito di Giovanni Genucchi, inizio anni '70 del XX sec.; vetrate di Flavio Paolucci e fra' Roberto, 1972.


Cappella della Madonna del Carmine, seconda a des., ornata di leggeri stucchi in stile Reggenza; affreschi con sette scene della vita della Vergine e dipinti illusionistici con putti e motivi floreali di Carlo Martino Biucchi, 1740-45 ca., altare neoclassico con statua della Madonna.
Accanto, sulla parete della navata: tela di S. Giuseppe col Bambino, di Giovanni Battista Degiorgi, 1753.


Nella cappella di fronte: affreschi settecenteschi dei Misteri del Rosario, restaurati nel 2004, e altare neoclassico con statua di S. Carlo Borromeo.


Nella prima cappella des.: tela raffigurante i SS. Carlo Borromeo, Sebastiano e Rocco al cospetto della Trinità e della Vergine, secondo quarto XVII sec.


La cappella sul lato opposto accoglie un crocifisso ligneo tardogotico, fine XV-inizio XVI sec.



Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), pp. 103-104, Edizioni Casagrande, 604 pagine.



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S. Stefano con il committente presentato da un altro santo, fine XIV secolo; un santo cavaliere e una giovane donna, primo ventennio XV secolo.
(fonte: vedi info)
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Adorazione (Natività) e due santi – 1502


Dipinto murale originariamente sulla facciata di una casa privata di Dangio (Aquila). Di autore ignoto, sicuramente d’oltralpe. Staccato nel 1993, acquistato nel 1998.
Diviso in tre riquadri: al centro l’“Adorazione del Bambino” (Natività), a sinistra S.Caterina e a destra S.Rocco.
Tecnica: affresco “classico”. I visi, i carnati e alcuni colori di fondo (bianco e rosso delle fasce) a buon fresco. Il resto con intonaco parzialmente umido, con l’aiuto di leganti di natura organica (mezzo fresco). Nessun segno di “giornate”.
“Pentimenti” sul viso della Vergine. Supporto: muro irregolare in pietra, con pochissima malta. Colori: paletta classica delle pitture medievali. Nessuna traccia di doratura. L’”azzurro d’Alemagna”, steso a secco, è molto ben conservato.
Restauro: stacco, pulitura, fissaggio, montaggio su pannelli, stuccature, integrazione pittorica a tratteggio e rigranatura.
Cornice: sulle fasce rosse e bianche compare la data “1502”. In basso è rimasto lo stemma del canton Uri. Gli altri due scudi erano quelli dei cantoni di Schwyz e Unterwalden (v. il frammento di chiave dello stemma).


L’”Adorazione del Bambino“
Alla fine del XIV sec., la scena della “Natività”, con Maria sdraiata nel giaciglio, si trasforma in “Adorazione”, che meglio esprime il concetto di parto senza dolore della Vergine. Il Bambino è circondato da una raggiera, per dimostrarne l’origine divina. Il paesaggio si è arricchito di personaggi, il prato è un giardino fiorito. Anche qui compaiono gli angeli per celebrare l’allegrezza dell’evento. Nell’annunzio ai pastori, l’angelo è sostituito da un sole araldico. S.Giuseppe è rappresentato mentre riposa, non senza allusioni alla sua estraneità nel concepimento, seduto sul basto di legno dell’asino.
In questa Natività il pittore introduce il secondo tema del “Roseto” (il cespo di rose racchiuso in un recinto, detto anche “Giardino del Paradiso”), diffusosi nel Quattrocento con grande fortuna soprattutto in Germania e nelle Fiandre: la Vergine viene rappresentata seduta in un giardino, l’”Hortus conclusus”, o su un trono di rose.
Anche nel nostro dipinto la rosa è l’emblema di Maria, chiamata perciò “Rosa del Paradiso”.


Le rose bianche sono il simbolo della sua purezza, quelle rosse alludono al sacrificio di Gesù, o alla carità della madre di Cristo. E l"'Hortus conclusus", il recinto con le rose, è il simbolo della verginità di Maria. Anche i fiori che compaiono ai piedi della Vergine sono simbolici: quelli bianchi alludono alla purezza, i mughetti al Mese di Maria, cioè maggio, le viole alla sua umiltà.


S.Rocco
È raffigurato secondo l'iconografia dell'epoca: giovane, mantella di pellegrino, chiavi incrociate sul sarrocchino richiamanti il viaggio penitenziale a Roma, gamba ds. ricoperta da una vistosa piaga, il bubbone della peste: tutti attributi del santo, come il cane con il pane in bocca.
Vissuto nel XIV sec. (1295-1327), Rocco diventò il santo protettore contro la peste, come prima di lui S. Sebastiano (a cui spesso si accompagna come intercessore presso la Vergine), S.Antonio
Abate e S.Cristoforo. Il culto del santo si diffuse in tutta Europa a partire dalla metà del XV sec., quando le epidemie furono terribili e frequenti. In valle, dove si diffuse ripetutamente il contagio, gli
furono dedicate numerosissime cappelle e immagini (v. facciata della parrocchiale a Lottigna).


S. Caterina
Giovane e bella, viene rappresentata con una corona e una tunica regale, così come in alcune cappelle bleniesi antecedenti. L'ampia diffusione del culto di S.Caterina nella regione confermerebbe l'ipotesi che si tratta proprio di questa santa. Nel territorio di Aquila inoltre S.Caterina sembra godere di una devozione particolare.
Devozione: come "fidanzata mistica di Cristo" S.Caterina aveva nel Medio Evo il potere di intercedere presso Gesù con la stessa forza della Vergine. Era inoltre la patrona dei moribondi oltre che delle giovani ragazze, delle lattanti e di tutti coloro che esercitavano una professione in cui compare la ruota: carrai, mugnai, vasai ...; per le sue doti filosofiche, era protettrice degli studenti universitari.


I santi della peste e le vie dei traffici
Uno studioso ha rilevato che le immagini coi "santi della peste" (S.Rocco, S.Sebastiano, S.Antonio Abate e S.Cristoforo, protettore dei viandanti e intercessore contro le morti improvvise) si trovano quasi unicamente sulle strade che, nel Medio Evo e nel territorio dell'odierno Ticino, erano le più battute dai commerci.
Oggi ancora si contano da noi in tutto ca. 200 dipinti murali di questo tipo realizzati tra il 1440 e il 1520. Sicuramente vi è una stretta relazione fra dipinti ed epidemie, poiché nella seconda metà
del Quattrocento le pestilenze documentate nel Sopra- e Sottoceneri si ripeterono a intervalli
regolari nel 1468-73, 1479-85, 1493-98. Nel 1485 il Capitano ducale di Lugano scriveva a Milano che gli abitanti della zona morivano "come cani''.
La valle di Blenio fu particolarmente esposta al contagio, anche perché era tornata a essere una
delle vie di comunicazione più frequentate tra nord e sud, quella tra il lago di Costanza e Milano: a quei tempo infatti i Visconti privilegiavano il percorso lungo il Lucomagno piuttosto che lungo il Gottardo, certamente per evitare l'ostacolo degli Urani. Di qui passavano soprattutto i somieri e i mercanti, che trasportavano preziose balle di lana dalle città del Nord Italia verso quelle tedesche e che riportavano ricchi tessuti prodotti nel nord; passavano i valligiani grigionesi con formaggi e bestiame da vendere ai mercati lombardi, passavano soldati e pellegrini.
Contro le epidemie alcune città avevano adottato severe misure di prevenzione: avevano vietato l'entrata agli stranieri (Milano, Como), impedito l'accesso ai mercati (Varese) o li avevano anche
aboliti (Bellinzona), dando l'ordine di bruciare le merci trasportate.


Origine e attribuzioni
Quest'affresco può essere ascritto a un modesto pittore di origine nordica (dell'Alto Reno, in particolare della Svevia o più probabilmente della Svizzera tedesca). A lui è stata attribuita, sempre ad Aquila, una Crocefissione, ora scomparsa, e l'affresco fortemente ridipinto col Cristo nella tomba, l"'lmago pietatis", (1502).
Di questo frescante non si conosce altro, nè in Ticino, nè nei cantoni della Svizzera centrale. Di lui sappiamo per ora solo che era un modesto, ma tecnicamente abile "pittore nordico", fermatosi ad Aquila nel 1502.



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Ovali con Miracoli di S. Antonio affrescato da Pietro Silva, 1770-71
(fonte: v.info)
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Tela dell'Ultima Cena, di Giuseppe Romagnoli, inizio XVII sec., rozza copia del Cenacolo di Leonardo da Vinci.


(fonte: v.info)
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Statua della Madonna col Bambino, inizio XVII sec.
(fonte: v.info)
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testo
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Chiesa di S. Pietro
Situata sul territorio di Ludiano, ma appartnente alla parrocchia di Dongio



Dal Volantino informativo “San Pietro – Motto di Dongio – una presenza romanica sulla via del Lucomagno”:


Oratorio campestre in età antica, voluto probabilmente dalle potenti famiglie longobarde e costruito poco sopra lo sbarramento naturale della «ganna» di Ludiano, la chiesa di San Pietro di Motto assiste in tempi di pace all'andirivieni tranquillo e cadenzato dei mercanti e dei pellegrini che transitano poco distante sulla strada del Lucomagno, ritenuta a ragione la via più breve per l’attraversamento delle Alpi fino al XII secolo, quando il San Gottardo si apre ai traffici internazionali.


Durante le alterne dominazioni sulla Valle e le conseguenti lotte di potere fra i Comuni lombardi e l'Impero, la chiesetta osserva impotente il movimentato passaggio di eserciti agguerriti che solcano le verdi campagne del fondovalle.


In tempi a noi più vicini e in seguito al mutamento del quadro politico ed ecclesiastico delle terre cisalpine l'oratorio viene ad assumere, nel contesto religioso locale, diversi ruoli e mansioni: gli stessi che sono rimasti leggibili nelle modifiche architettoniche e
strutturali dell'edificio e che gli studi puntuali legati ai lavori di restauro hanno finemente evidenziato.


La particolare ubicazione della chiesa (a metà strada tra i vari villaggi e in aperta campagna) suggerisce persino una sua unica e originaria funzione parrocchiale per gli insediamenti confinanti.


I resoconti delle visite pastorali degli arcivescovi milanesi (da San Carlo in poi) aggiungono nuovi e più circostanziati elementi per la conoscenza non solo della vita religiosa, ma anche della comunità che abita i dintorni.



Notizie Storiche


Fine del VI secolo
È probabile, sul posto, la presenza di un'ara pagana dedicata ai Mani (divinità propiziatorie). Con la “evangelizzazione” delle terre del Ticino l'ara può aver subìto delle trasformazioni sino a diventare luogo di culto cristiano.
Dell'epoca è riscontrata unicamente un'aula quadrangolare chiusa ad est, con un'abside semicircolare e un altare a base quadrata.
Non si riscontrano al suo interno delle sepolture.


Secolo VIII
Il periodo è favorevole al sorgere di chiesette soggette a ulteriori trasformazioni.
Nella chiesetta primitiva si riscontra l'innalzamento di un gradino del presbiterio per rapporto all'aula.
Anche l'altare è ingrandito e racchiude il precedente.
All'interno dell'edificio compaiono le prime sepolture.


Secolo X
Da un documento del 968 si deduce che un monastero di Pavia (il San Pietro in Ciel d'Oro) vanta delle proprietà in quel di Dongio (Doxo).
Fra queste “la chiesa di San Pietro in campagna” (Da Meyer e Biucchi).
A questo periodo si possono ascrivere le sepolture trovate all'esterno della chiesa d'allora, a conferma dell'antichità dell'area cemeteriale (in epoca preromanica).
Fine XII - inizio XIII secolo
Secondo talune ipotesi (di Don G. Gallizia in particolare) San Pietro diventa “chiesa battesimale” di Dongio Ludiano e Semione.
La realizzazione dell'impianto romanico, caratterizzato dall' aula rettangolare, dall'abside
circolare con altare centrale, da un gradino di separazione fra coro e navata, dalla transenna lignea e dal pavimento cementizio, è di questi decenni.
È possibile l'esistenza di un soffitto di legno e di un campanile a vela.
Nulla parla in favore di una decorazione parietale.


Dal XIV al XV secolo
Col sorgere delle chiese di Santa Maria a Semione (1207) e di San Secondo a Ludiano (1283),
San Pietro cede a questa il grado di
parrocchia, rinascendo nelle vesti di semplice oratorio. E tale resterà.
Le poche modifiche apportate in questo periodo avvengono al suo interno.
La decorazione pittorica, a riquadri sulle pareti non intonacate, prende avvìo negli ultimi decenni del Trecento.
Prima del 1470 (ma dopo il 1380) viene costruita una cantoria e ingrandito ulteriormente
l'altare.


1570
L'oratorio è visitato da S. Carlo Borromeo (seconda Visita in Blenio).


1581 -82
I resoconti delle visite dei Vicari visitatori (i «decreti») permettono di ricostruire con maggior precisione l'evoluzione del monumento.
La chiesa è ingrandita e prende le dimensioni definitive.
È pure dotata dell'attuale campanile, che sostituisce quello a vela.


1608-1639
Viene aggiunta la sacrestia.


1858
Dopo la posa del pavimento in lastre di gneiss, l'ingrandimento della sacrestia e la posa del paliotto di scagliola (ritocchi avvenuti nel primo terzo del Settecento), seguendo il gusto del momento viene costruita una volta di gesso ribassata sostenuta da centine di legno.
Sono ricaricate d'intonaco le pareti della navata e viene fusa una nuova campana che, con incisa l'invocazione ai morti, conferma l'esistenza del cimitero.


1973-1988
Gli ultimi restauri riportano la chiesa all'aspetto attuale.



Fonte:
Volantino informativo “San Pietro – Motto di Dongio – una presenza romanica sulla via del Lucomagno”, a cura del Comitato Pro Restauri Chiesa San Pietro Dongio – 1997





Informazioni di dettaglio da "Guida d'arte della Svizzera italiana":


L'edificio primitivo, una piccola aula quadrata con abside semicircolare risalente alla fine VI sec., fu sostituito nel XlII sec. dall'attuale chiesa romanica orientata, pure conclusa da un'abside semicircolare. Sopraelevazione e prolungamento verso O, inserimento del soffitto ligneo a travature della navata e innalzamento del campanile addossato alla facciata principale nel1581.
Sagrestia aggiunta nel 1608.


Nell'angolo N-0 della cinta muraria sorge l'antico ossario affiancato da un portale in pietra. Restauro curato da Mauro Buletti e Paolo Fumagalli,1976-88, accompagnato da indagini archeologiche.


Dipinti murali realizzati tra il XIV e il XIX sec.


Sul fianco S del la navata: Imago Pietatis nel la lunetta del portale. e S. Cristoforo, opere di un pittore lombardo, terzo quarto XIV sec.


La decorazione pittorica dell'abside e dell'arco trionfale prob. coeva, di cui rimangono solo poche tracce sull'intradosso dell'arco, fu ritoccata tra la fine del XV e l'inizio del XVI sec. da un pittore della cerchia di Antonio da Tradate; dello stesso autore anche il S. Pietro sulla parete N della navata; nella calotta absidale, Majestas Domini attorniata dagli evangelisti raffigurati come angeli; nel registro inferiore, gli apostoli; nei pennacchi dell'arco trionfale, Annunciazione; sull 'archivolto des., S. Antonio Abate.


Verso. la metà del XIX sec. gli affreschi dell'abside furono ridipinti dalla bottega dei Calgari. Sulla parete N della navata si conservano ulteriori affreschi appartenenti alla campagna decorativa tardotrecentesca: la Crocifissione e i due santi nel registro inferiore vicino al coro, tra cu i si riconosce S. Bartolomeo. La figura di S. Lucia è attr. al pittore del riquadro con la Madonna fra due santi sulla parete di fronte.


Un maestro attivo nella seconda metà del XV sec. dipinse S. Stefano e la Madonna in trono, sovrastata da una copia ottocentesca dei Calgari. Sotto l'altare del XVIII sec. con paliotto in scagliata di Francesco So lari, 1732, si scorgono i resti degli altari precedenti.



Fonte:
autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), pp. 90-91, Edizioni Casagrande, 604 pagine



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testo
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Tela raffigurante la Presentazione della Vergine al tempio, di Matthäus Gessner, 1600 ca.
(fonte: v. info)
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Torchio di Predacai
(foto Locatelli)
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Frazione Corzoneso



Il nucleo principale sorge su un ampio terrazzo che sovrasta Corzoneso Piano.


Dal 2004 fa parte del comune di Acquarossa, in seguito alla fusione dei comuni di Castro, Corzoneso, Dongio, Largario, Leontica, Lottigna, Marolta, Ponto Valentino e Prugiasco.


L’ex comune di Corzoneso comprendeva Corzoneso, Cumiasca, Casserio, Corzoneso Piano e Boscero.




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ex Terme



L’acqua della sorgente è stata utilizzata per la produzione di fanghi curativi fino al 1971.


La sua composizione, secondo un’analisi riportata in un prospetto del periodo d’esercizio, è la seguente:


CATIONI ANIONI
ammonio 0.330 cloruro 0.199
litio 3.245 Bromuro 0.0062
natrio 20.70 Iodio 0.014
potassio 16.23 Fluoro 0.48
magnesio 79.620 Solfato 1371.3
calcio 605.95 Idroarsenico 0.112
stronzio 13.20 Idrofosfato 0.08
ferro 2.318 Nitrato 0.08
manganese 0.44 Idrocarbonato 634.59
alluminio 0.005
zinco 0.006 COMPONENTI DIVERSI
cadmio 0.001 acido borico 0.219
rame 0.004 acido silicico 47.71



Gettito di tutte le sorgenti: 200 litri al minuto. Temperatura costante di 26 gradi celsio. Peso specifico: 1.026.



Fonte:
Prospetto delle Terme di Acquarossa





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Case dei Pagani



Resti di tre costruzioni in pietra di origine medievale la cui destinazione è tuttora incerta; si suppone fossero adibite a fortezza, rifugio, eremo, luogo di culto o deposito […].


La prima di queste strutture si trova all’inizio del pendio roccioso sopra Motto.


La seconda, fra le meglio conservate del Ticino, databile all’XI sec., è posta in posizione spettacolare a strapiombo sul villaggio, sopra i vigneti dietro il cimitero.


La terza è in zona Sert, sulla parete del Satro, a N del ponte sul Brenno.




Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 90, Edizioni Casagrande, 604 pagine







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Cappella voltata a crociera e decorata con affreschi prob. di Giovanni Battista Tarilli, 1587; sul fronte, i patroni; sulle volte, gli evangelisti; sulla parete di fondo, Madonna col Bambino, i SS. Rocco e Sebastiano e un'iscrizione del 1587.
A des. del portale tracce di dipinti murali con S. Cristoforo e la Morte, XV-XVI sec.
(fonte: v.info)
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Ghiacciaia



La "giazzéra" ("nevera" nel Sottoceneri). usata fino agli anni Sessanta e restaurata nel 2002, era destinata alla conservazione degli alimenti, in questo caso della carne.



Ne è rimasta una anche a Malvaglia e in alcune case private.


È costituita da unatriodispensa e da un pozzo cilindrico: d'inverno veniva riempito di neve, poi bagnata per trasformarla in ghiaccio.


Da una fessura nella roccia spirava l'aria fredda. L'effetto refrigerante si prolungava fino alla fine dell'estate.


Nel periodo intermedio fungeva da cantina per i salumi.


Fonte:
Blenio Turismo: "Sentieri storici della Valle di Blenio", opuscolo informativo.
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testo
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Ubaldo Monico: Pergolati, circa 1941-44
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ex atelier Ubaldo Monico
3.5.1912 Dongio, † 5.1.1983 Dongio



A sei anni orfano di padre; la numerosa famiglia superstite è confrontata a dure condizioni materiali. Un grave lutto, nella perdita della sorella prediletta, lo colpisce a diciassette anni.


Nel 1931 si diploma maestro di scuola elementare a Locarno.


Primi tentativi artistici con la pittura; nel 1932 circa avvia la ricerca silografica; dagli anni ’60 adotta anche la tecnica calcografica.


Docente (nei vari gradi di scuola, fino alla Scuola Tecnica Superiore di Lugano-Trevano) dal 1932 al 1971. Dal 1933, e fino al 1950 circa, è in contatto con Ettore Cozzani, direttore de’ L’Eroica, rivista italiana d’arte e letteratura contemporanee che accordava alla silografia uno spazio privilegiato.


Districandosi a fatica tra gli impegni di lavoro (irrinunciabili per motivi economici), si iscrive nel 1943 all’Università di Friburgo, dove consegue il «Certificat d’aptitude à l’enseignement moyen» (1945) e la licenza universitaria in lettere con un lavoro sulla silografia italiana moderna (1949).


Vince il II Premio, categoria quotidiani, al Concorso Internazionale di Critica per la XXVI
Biennale di Venezia, nel 1952.


Dalla fine degli anni ’50 al 1975 viaggi in Grecia, Egitto, Vicino Oriente ed Europa. Tra il 1974 e il 1976 incide lastre a quattro mani con Bryan Thurston.
Presenza regolare in mostre collettive dalla fine degli anni ’30, in Ticino e nel resto della Svizzera; personali, soprattutto fuori dal Ticino (Friburgo, 1947; Milano, 1967, 1968, 1970; Torino, 1970).


Antologica sull’opera incisa al Museo Cantonale d’Arte di Lugano nel 1988.


Monico si forma artisticamente da autodidatta, segnatamente facendo riferimento per la silografia
– l’ambito nel quale ha operato con il riscontro maggiore – agli esempi illustrati su L’Eroica, al cui direttore, Ettore Cozzani, l’artista usa fino agli anni ’40 sottoporre i propri lavori,
ricevendone indirizzi sul modo di procedere.


Giusta considerazione, per l’avvio di Monico, va attribuita tuttavia al silografo Aldo Patocchi, dinamica figura della scena artistica ticinese dalla seconda metà degli anni ’20.


La ripresa sul vero, che caratterizza i temi di Monico fino alla soglia degli anni ’50, viene superata dall’uso drammatico del contrasto bianco-nero – dove si avverte pure una propensione al simbolo
– e piegata ad una visione di marcata espressività. Questa è sostenuta anche da una grafia ampia e convulsa al tempo stesso che, insieme all’opposizione estrema di luce e ombra, stravolge la scena in senso espressionistico. L’alta autonomia del segno contiene in potenza i caratteri dell’astrazione, in seguito esplicita. Il progressivo scioglimento dal figurativo si attua attraverso una sintesi condotta lungo gli anni ’50 sul motivo della testa e viene definitivamente risolto in tangenza con i modi dell’informale.
Ora, raggiunto un notevole livello di originalità espressiva, si afferma pure pienamente l’estrema perizia tecnica di Monico, le cui silografie presentano una tale duttilità di tracciato e sottigliezza di segno da sembrare realizzate su supporti diversi da quello – duro – della tavola
lignea.


Nei due ultimi decenni di attività l’impeto espressivo si compone in forme più regolari e geometriche, dove anche il riferimento ideale a Klee assume qualche concretezza. A tratti – soprattutto in alcune, notevoli, tavole silografiche a colori – si notano pure affinità con le cadenze di certo futurismo a rinforzo del valore spazialistico e costruttivistico delle immagini. Riemergono inoltre valenze figurative e l’artista affronta una nuova serie di teste, interpretate ora come teschio.


Opere: Bellinzona, Civica Galleria d’Arte Villa dei Cedri [Fondo Monico]; Lugano, Museo Cantonale d’Arte; Zurigo, Graphische Sammlung der ETH; Parigi, Bibliothèque Nationale.




Fonte:
SIK ISEA-Istituto svizzero di studi d’arte: sik-isea_lexikonartikel_4002258.pdf







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Oratorio di S. Maria Nascente
sulla strada cantonale



Semplice costruzione a navata unica rivolta a N, con coro e due cappelle laterali poligonali, sorta prob. tra il XVI e il XVII sec.


Nella parete terminale del coro è incorporata la cappella primitiva contenente un affresco della Madonna col Bambino, inizio XVI sec.


Campanile impostato sulla sagrestia eretto in epoca moderna sostituendo quello originario a vela.


Navata coperta da un soffitto ligneo a travature.


Sull'arco trionfale e nel coro: ricchi stucchi, metà XVII sec. ca., e affreschi coevi
attr. a Bernardino Serodine, con scene della vita di Cristo e della Vergine, i SS. Pietro e Paolo e angeli musicanti.


Altare maggiore con sontuosa ancona in stucco; pala con la Nascita della Vergine, XVI-XVII sec.; sulle pareti del coro, tele raffiguranti la Presentazione della Vergine al tempio e il Matrimonio della Vergine, di Matthäus Gessner, 1600 ca., e la Presentazione di Gesù al tempio, XVIII sec.


Sulla trave dell'arco trionfale: crocifisso ligneo, XVII sec.


Cappelle laterali delimitate da cancelli in ferro battuto, XVIII sec., e arricchite di stucchi e dipinti murali seicenteschi.


Nella cappella di S. Carlo Borromeo: affreschi con emblemi e storie del santo; altare in stucco paliotto in scagliola, XVIII sec.; pala d'altare di S. Carlo e due tele con scene della vita del santo, XVII sec.


Nella cappella di S. Giuseppe: dipinti murali con storie della vita del santo e le Virtù cardinali; altare in stucco con statua lignea di S. Giuseppe, prima metà XVIII sec.; paliotto in scagliola di Francesco Solari, 1730; tele della Sacra Famiglia e del Transito di S. Giuseppe, XVII sec.


Acquasantiera del 1632. Confessionale del 1643.




Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 90, Edizioni Casagrande, 604 pagine






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Chiesa parrocchiale
dei SS. Giacomo, Bartolomeo e Vincenzo di Paola



Sorta nel 1868 in sostituzione della chiesa romanica di S. Bartolomeo. l resti murari di questa costruzione d'origine duecentesca, demolita verso la metà del XIX sec., sono tuttora visibili nei pressi dell'attuale chiesa.


Edificio rettangolare con due cappelle laterali eretta su prog. di F. Gianella. Campanile aggiunto nel 1925.
Ristrutturazione del presbiterio, 1975, restauro esterno recente. Tela della Madonna del Rosario con santi, prima metà XVII sec.
Fonte battesimale, seconda rnetà XVII sec




Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), pp. 92-93, Edizioni Casagrande, 604 pagine



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Milizia napoleonica



Breve istoriato sulle origini


Secondo quanto tramandato da generazioni in generazioni fino ai nostri giorni, sebbene non esista un documento al riguardo, la fondazione della Milizia avvenne a seguito di un voto di uno o più cittadini Leontichesi che, quali partecipanti alla campagna napoleonica in Russia, fecero il 28 novembre 1812 in occasione della tristemente famosa battaglia della Beresina.


Riassumiamo in breve quanto successe.
Il trattato concluso nel 1803 con la Francia, obbligava la Svizzera a fornire a Napoleone un contingente di 16000 soldati, suddivisi in quattro reggimenti. A partire dal 1805 iniziò il reclutamento. Fra i primi arruolati troviamo ilfuc. Bisana Giovanni di Leontica Nell’ottobre del 1809 fu reclutato anche il Leontichese Giuseppe Gianella nel III. reggimento. Il prezzo d’ingaggio variava da tre a cinque Luigi d’Oro. Nei primi mesi dell’anno 1812, lungo le rive dell’Elba erano pronti 53000 soldati, 15000 cavalli e 1300 cannoni. Fra loro circa 9000 svizzeri, ripartiti in 12 battaglioni, al comando del generale di divisione Merle. Il 24 giugno 1812, attraversando il confine, aveva inizio la Campagna di Russia. Mentre Napoleone con circa 300000 uomini puntavano direttamente su Mosca, che raggiunse durante il mese d’agosto, il II. corpo d’armata con gli Svizzeri doveva proteggere il fianco sinistro della Grande Armata. Le diverse battaglie, specialmente quella di Polotzk del 18 ottobre, divennero famose per il coraggio e la bravura dimostrati ma anche per le perdite subite dal contingente svizzero. Iniziò in seguito la disastrosa ritirata, e i resti della Grande Armata si ricongiunsero all’inizio di novembre. I Russi avevano però nel frattempo occupato i ponti sul fiume Beresina impedendo la ritirata delle truppe francesi. Napoleone, con false manovre, riuscì a distogliere l’attenzione dell’avversario dal vero punto in cui avrebbero poi in seguito attraversato il fiume. Fu così possibile costruire i tre ponti nei pressi di Studienki. La sera del 27 novembre le prime truppe, fra cui gli Svizzeri poterono attraversare e prendere posizione sulla sponda destra allo scopo di proteggere il passaggio del rimanente dell’esercito. “La notte passò tristemente”, raccontarono poi i sopravvissuti, “la temperatura era scesa a 15 gradi sotto lo zero, nevicava fittamente e non vi fu alcuna distribuzione di viveri. Gli uomini si sdraiavano sulla neve appoggiando la testa sui sacchi e tenendo il fucile fra le braccia, gli ufficiali si appoggiavano agli alberi vegliando per prevenire ogni sorpresa, mentre le sentinelle russe si trovavano a soli 50 passi. Non appena spuntata l’alba furono segnalate nella vicina foresta numerose colonne russe che avevano probabilmente ricevuto l’ordine di attaccarci e di rigettarci nel fiume mentre si sentiva un tuonare formidabile d’artiglieria e gli urrà dei russi che avanzano a grandi masse. La neve cadeva cosi fitta che a trenta passi non si distingueva più alcun oggetto”. I quattro reggimenti erano ridotti a meno di duemila uomini, i quali prima dell’attacco giurarono di combattere fino alla fine senza occuparsi dei feriti, come già i loro antenati a Laupen e al Morgarten avevano fatto. Intonarono un antico salmo svizzero: “La nostra vita è simile al viaggio del pellegrino nella notte”, e poi si lanciarono con impeto contro le file russe. Secondo la tradizione fu proprio in quei terribili momenti che i nostri concittadini fecero il voto. La battaglia durò tutta la giornata del 28 novembre, terminate le munizioni si attaccava l’avversario alla baionetta, ma a quale prezzo di vite umane che cadevano sulla neve rossa di sangue. Gli Svizzeri formavano, si può dire, la chiave delle posizioni francesi. Ma le stesse posizioni furono saldamente tenute fino a notte tarda, dopo di ché si procedette all’appello nominale. Solo 300 Svizzeri risposero presente, fra i quali un centinaio erano feriti, più di mille uomini mancavano. Alle otto del mattino del 28 novembre i ponti furono distrutti, ma i soldati in grado di combattere erano riusciti a passare il fiume, mentre purtroppo molti feriti e ritardatari furono abbandonati al loro destino sull’altra sponda. Come molti storici affermarono, la resa della Grande Armata fu evitata in gran parte grazie al valore dei miseri resti dei reggimenti svizzeri. Ora, ci si può chiedere se altri Leontichesi, oltre al già citato Giuseppe Gianella presero parte alla campagna di Russia?
L’abbandono durante la ritirata dei carri con i documenti dell’amministrazione, oltre all’incendio dell’archivio comunale di Leontica nel 1940, dove in oltre andarono persi la maggior parte degli equipaggiamenti originali, lasceranno probabilmente questa domanda senza una valida risposta.


(Ricerca effettuata da Ivo Gianora in occasione del 100.esimo anniversario della bandiera della nostra milizia)
Sempre secondo la tradizione, giunti alle loro case, I nostri bleniesi mantennero il voto fatto. Ad Aquila istituirono la Milizia della Madonna del Rosario, a Leontica la Milizia di S. Giovanni Battista; a Ponto Valentino, la Milizia della Madonna del Carmine.


Fonte:
https://www.leontica.ch





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Affreschi dei Misteri del Rosario di Francesco Antonio Giorgioli, 1690, ritoccati dalla bottega dei Calgari nella seconda metà del XIX sec.
(fonte: v.info)
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Chiesa parrocchiale
di S. Giovanni Battista



Documentata nel 1204 ma prob. di origine preromamca.


Verso la metà del XV sec l'edif1cio romanico a navata unica con abside semicircolare fu raddoppiato. lnnalzamento dell'attuale chiesa tardobarocca su progetto di Tommaso Colonetti negli anni 1778-84.


Ampia costruzione a navata unica orientata con sei cappelle laterali e coro semicircolare.


Campanile addossato al fianco S della navata eretto nel 1925 in sostituzione di quello romanico su disegno di Riccardo Gianella.


Restauri, 1955-56, 1964 e 1999-2004; gli ultimi interventi furono accompagnati da indagini archeologiche.


Interno coperto da volte a botte lunettate.


Raffinata decorazione in stucco tardorococò di Carlo e Paolo Gaietti, Gerolamo Canturio e Domenico Braga, anni '8O del XVIII sec.


Sulla volta della navata: affreschi con l'Immacolata, la Sacra Famiglia e il Battesimo di Gesù, 1886-87.


Nel coro: sulla volta, dipinto della Gloria del patrono, di Giuseppe Rezzonico, 1780, che realizzò anche le grandi tele coeve raffiguranti S. Giovanni Battista al cospetto di Erode e la Decollazione del santo; sulla parete di fondo, tela di fattura più modesta con la Nascita di S. Giovanni, XVIII sec.


Elegante altare maggiore con tempietto in stucco lucido di D. Braga e C. Gaietti, 1780, ai quali sono pure attr. gli altari nelle cappelle antistanti il coro; paliotto in scagliola di Francesco Solari, 1730 ca.; nuovo arredo liturgico.


Balaustre in marmo di Gerolamo Caroni, 1782·85, delimitano il coro e le due cappelle che lo precedono.


Nella cappella del Rosario, a sin.: statua lignea della Vergine col Bambino, 1523; dipinti dei Misteri del Rosario, XVII sec.


La cappella di fronte accoglie una pala d'altare della Gloria di S. Carlo, XVIII sec; sulle pareti laterali, dipinti murali con santi, 1887, coevi agli affreschi della seconda cappella sin.; quest'ultima è arricchita di una statua policroma di S. Antonio da Padova, XVIII sec.


Nella seconda cappella des.: tabernacolo ligneo dell'antico altare maggiore, seconda metà XVII sec.


La cappella adiacente contiene un fonte battesimale neoclassico; dipinto murale con il Battesimo di Cristo di L. Peretti, 1801, pure autore dei coevi ovali sulle pareti laterali della seconda cappella des. raffiguranti l'Assunta e S. Giovanni Evangelista.


Nella prima cappella sin.: altare in marmi policromi del1926.


Pulpito di C. Gaietti, 1782, parzialmente modificato nel 1909-10.


In controfacciata: tele del XVIII sec. raffiguranti Zaccaria nel tempio, S. Antonio da Padova e S. Anna con Maria.


Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 100, Edizioni Casagrande, 604 pagine




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Chiesa parrocchiale
dei SS. Luca e Fiorenzo



La chiesa originaria, citata nel1205, fu travolta dalla frana del 1758. Costruzione dell'odierno edificio tardobarocco all'entrata S del paese su progetto di Giuseppe Stella nel 1760-62.


Ampia costruzione a navata unica rivolta a O, con tre cappelle laterali e coro semicircolare, al cui fianco N è addossato il campanile.


Restauro e posa del nuovo arredo liturgico, 1997-98.


Facciata principale arricchita di stucchi rococò; nelle nicchie: statue dell'evangelista Luca e di S. Pietro.


Interno coperto da volte a botte lunettate.


Decorazione pittorica di Tommaso Calgari, 1860, in parte ritoccata nel 1945 da Attilio Balmelli,, autore anche del dipinto murale di S. Francesco d'Assisi sulla parete des. della navata.


Nel coro: altare maggiore proveniente dalla chiesa parrocchiale di Malvaglia, con fastoso tabernacolo ligneo scolpito, dorato e dipinto, primo quarto XVIII sec.; paliotto con figure in bassorilievo dei SS. Pietro e Fiorenzo.


Nelle due cappelle antistanti il coro: altari in marmo con statue della Madonna del Rosario e del Sacro Cuore di Gesù, seconda metà XIX sec.


Pulpito in stucco di Antonio Silva, 1800.



Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 89-90, Edizioni Casagrande, 604 pagine







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Oratorio
di S. Antonio da Padova



Piccola costruzione quadrangolare eretta nel 1886 in sostituzione di un oratorio anteriore al 1700, distrutto da un'alluvione nel 1868.


Altare !igneo del 1934.



Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 100, Edizioni Casagrande, 604 pagine








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Oratorio di S. Remigio



Sulla sponda des. del Brenno nelle vicinanze di Dongio. Contiene notevoli affreschi tardoromanici.


Costruzione romanica bi absidata, citata nel 1249, un tempo chiesa parrocchiale.


Aula S terminante in un'abside semicircolare edificata attorno alla metà dell'Xl sec. e ampliata a N verso la metà del sec. successivo con una struttura simile ma di dimensioni
più ridotte.


Nel XVII sec. l'aula minore fu suddivisa in due ambienti: una cappella dedicata alla Madonna con timpano trasversale, e una sagrestia.


Al XVII sec. risalgono pure il campanile a vela, le finestre del fianco S e della facciata principale, priva di portale.


Restauro 1943-46.


Navata coperta da un soffitto ligneo.


Affreschi tardoromanici del XIII sec.


Nell'abside principale: Majestas Domini con i simboli degli evangelisti, in parte frammentari, e gli apostoli in gruppi di tre, divisi fra loro dalle monofore romaniche.


Sull'arco trionfale: Annunciazione e tracce di elementi architettonici; sul piedritto sin., S. Remigio, XV sec.


Sulla parete S della navata: i SS. Cristoforo e Nicola di Bari, inizio XlII sec.; Crocifissione con la Vergine e i SS. Giovanni e Antonio Abate, XVI sec.


Sulla parete N, sopra la porta della sagrestia: Madonna col Bambino, frammentaria, XVI sec.


Nell'absidiola N (sagrestia): affreschi frammentari, sec. XIV-XV, con Cristo in gloria e gli evangelisti; sull'arco trionfale, Annunciazione.


Gli affreschi manieristici della bottega dei Tarilli, seconda metà XVI-inizio XVII sec., che coprivano quelli medievali, furono staccati e applicati su tela nel 1946-47.


In controfacciata: Majestas Domini e apostoli.


Sulla parete S: tre evangelisti.


Sul piedritto des. dell'arco trionfale: S. Michele che pesa le anime.


Nella cappella della Madonna: S. Remigio e Annunciazione; sopra l'altare, dipinto murale della Madonna col Bambino, pure dei Tarilli.


Nell'abside S: altare ricostruito negli anni '40 del XX sec. da Giovanni Genucchi, con due bassorilievi in stucco raffiguranti apostoli, Xl-XlI sec.


Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 92, Edizioni Casagrande, 604 pagine



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Frazione Comprovasco



Frazione del vecchio comune di Leontica posta sul fondovalle. Presenza di pregevoli ville, fine XIX inizio XX sec., sorte grazie all'emigrazione di ritorno e alla costruzione della linea ferroviaria a scartamento ridotto Biasca-Acquarossa (inaugurata nel 1911, smantellata nel 1973), la cui stazione di capolinea è ubicata in territorio di Comprovasco.


Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 92, Edizioni Casagrande, 604 pagine









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S. Francesco d'Assisi, di Attilio Balmelli, 1945
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Oratorio di Monastero



In posizione isolata presso il Brenno. Anticamente dedicato a S. Martino Viduale.


L'edificio documentato negli anni 1272 e 1282 è circondato da rovine murarie forse riferibili al convento medievale degli Umiliati.


Aula rivolta a S conclusa da un coro semicircolare contenente porzioni di muratura romanica.


Ampliamenti verso N forse già nel XVII e nel 1728. Restauri 1885 e 1946.


Sulla parete sin. della navata si conserva un dipinto murale raffigurante la Carità di S. Martino e la Madonna in trono, inizio XVI sec.
Di fronte: affresco votivo del 1663.


Coro delimitato da un cancello in ferro battuto, XVII sec., e ornato di dipinti murali dei sec. XVII e XIX; sull' arco trionfale, Annunciazione; nel sottarco, emblemi mariani; dietro l'altare con paliotto del XVIII sec., Madonna in trono sovrastata da Dio Padre e affiancata da angeli musicanti.



Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), pp. 91-92, Edizioni Casagrande, 604 pagine




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Chiesa parrocchiale
dei SS. Nazario e Celso



Attestata nel1211. Costruzione a navata unica con coro poligonale e campanile sul fianco N, circondata dal sagrato e dal cimitero delimitati da una cinta muraria con cappelle della Via Crucis. Ossario del 1632.


Della chiesa medievale rimangono alcuni frammenti di muratura incorporati nell'attuale edificio trasformato in stile barocco nel 1671 a opera del valse siano Johannes da Riale.


Restauri 1936. 1975-77. 1995-98 e 2001.


Al lato sin. della facciata principale è addossata una cappella voltata a crociera e decorata con affreschi prob. di Giovanni Battista Tarilli, 1587; sul fronte, i patroni; sulle volte, gli evangelisti; sulla parete di fondo, Madonna col Bambino, i SS. Rocco e Sebastiano e un'iscrizione del 1587.


A des. del portale tracce di dipinti murali con S. Cristoforo e la Morte, XV-XVI sec.


Sulla parete esterna N del coro, oggi inclusa nella sagrestia: affreschi tardogotici della bottega dei Seregnesi, seconda metà XV sec., con la Croci fissione, S. Nazario e una scena di confessione.


Navata coperta da una volta a botte impostata nel 1830.


Nel coro: dipinti murali di Carlo Martino Biucchi, 1748, in parte ritoccati, raffiguranti storie dei SS. Nazario e Celso; altare maggiore con tabernacolo ligneo dorato e dipinto, fine XVII sec. ca.


A des. del coro: grande tela della Madonna col Bambino che trafigge il demonio, di C. M. Biucchi, metà XVIII sec. ca.


Nella cappella sin., dedicata alla Madonna: ricchi stucchi barocchi di Giovanni Battista Rezia, 1679; nei cartigli, affreschi dei Misteri del Rosario di Francesco Antonio Giorgioli, 1690, ritoccati dalla bottega dei Calgari nella seconda metà del XIX sec.; statua lignea della Madonna, XVII sec., affiancata dalle figure in stucco dei SS. Domenico e Caterina;
due tele di gusto popolare, XVII sec., di cui quella a des. con la Madonna del Rosario e i SS. Domenico e Caterina.


Nella cappella di S. Carlo Borromeo, trasformata nel 1705, pala seicentesca del santo, tee di S. Agostlno, seconda metà XVII sec. e di S. Antonio da Padova con la Madonna col Bambino, 1780.


In controfacciata tele di Emilio Ferrazzini, 1936, raffiguranti S. Nazario che battezza S. Celso e il Martirio di S. Nazario, in origine collocate nel coro.



Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), p. 99, Edizioni Casagrande, 604 pagine





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Casserio e Casa Rotonda



La Casa Rotonda, sede dell'Archivio Donetta [http://www.archiviodonetta.ch], si trova originariamente nel comune di Corzoneso (ora Acquarossa), nella frazione denominata Casserio.


L’edificio, atipico nel suo genere, ha una pianta circolare del diametro esterno di 8.50 metri.


Risale alla fine del 1700 ed è strutturato su tre piani, con murature in pietra intonacata, pavimenti in legno e tetto in piode. In origine fu costruito per accogliere la scuola elementare di Casserio.


Giuseppe Donetti, Canonico della Basilica di Sant’Ambrogio a Milano, originario di Corzoneso, nel suo testamento del 30 ottobre 1818 fondò un Legato per dare ai ragazzi di Casserio una scuola. L’Amministratore del Legato nel 1855 scriveva: “..si aveva un bel fabbricato rotondo, con una scuola grande e ariosa, con una stanza della stessa ampiezza di sopra per abitazione del maestro o maestra…”.


In seguito la Casa Rotonda venne chiusa per mancanza di allievi e trasformata in casa d'abitazione dove Roberto Donetta passò l’ultimo periodo della sua vita.


Dal maggio 2003 il comune mette questo edificio a disposizione della Fondazione quale sede dell’Archivio, con lo scopo di gestire, conservare e far conoscere “l’eredità” di Roberto Donetta.


La possibilità di destinare la Casa Rotonda a sede permanente dell’Archivio Donetta permette di riannodare il legame con la storia personale di Roberto Donetta, nonché di mantenere i legami storici tra la Fondazione, la valle di Blenio e i luoghi immortalati da questo pioniere della fotografia.




Fonte:
http://www.archiviodonetta.ch/casarotonda.html, scaricato il 7.12.2015








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Altare in stucco con statua lignea di S. Giuseppe, prima metà XVIII sec.; paliotto in scagliola di Francesco Solari, 1730
(fonte: v. info)
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Tela della Sacra Famiglia, XVII sec.
(fonte: v. info)
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Tela del Transito di S. Giuseppe, XVII sec.
(fonte: v. info)
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Tela raffigurante il Matrimonio della Vergine, di Matthäus Gessner, 1600 ca.
(fonte: v. info)
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Dipinto murale di Carlo Martino Biucchi, 1748, in parte ritoccato, raffigurante S. Celso
(fonte: v.info)
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Dipinto murale di Carlo Martino Biucchi, 1748, in parte ritoccato, raffigurante S. Nazzario
(fonte: v.info)
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Due tele di gusto popolare, XVII sec., di cui quella a sin. con la Madonna del Rosario e i SS. Domenico e Caterina.
(fonte: v.info)
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Altare maggiore con tabernacolo ligneo dorato e dipinto, fine XVII sec. ca.
(fonte: v.info)
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Tele di Emilio Ferrazzini, 1936, raffigurante S. Nazario che battezza S. Celso, in origine collocata nel coro..
(fonte: v.info)
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Tele di Emilio Ferrazzini, 1936, raffigurante il Martirio di S. Nazario, in origine collocata nel coro..
(fonte: v.info)
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Grande tela della Madonna col Bambino che trafigge il demonio, di C. M. Biucchi, metà XVIII sec. ca.
(fonte: v.info)
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Madonna col Bambino, frammentaria, XVI sec.
(fonte: v.info)
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S. Cristoforo, inizio XlII sec.
(fonte: v.info)
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Crocifissione con la Vergine e i SS. Giovanni e Antonio Abate, XVI sec.
(fonte: v.info)
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S. Nicola di Bari, inizio XlII sec.
(fonte: v.info)
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Dipinto murale della Madonna col Bambino, della bottega dei Tarilli
(fonte: v.info)
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Altare maggiore proveniente dalla chiesa parrocchiale di Malvaglia, con fastoso tabernacolo ligneo scolpito, dorato e dipinto, primo quarto XVIII sec.; paliotto con figure i bassorilievo dei SS. Pietro e Fiorenzo.
(Fonte: vedi info)
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Frazione Dongio



[...]
Sviluppo dell’insediamento - Cenni di storia e di evoluzione


Dalle prime notizie al secolo XIX


Dall’aprile del 2004, Dongio, in precedenza comune autonomo, è confluito nell’aggregazione del Comune di Acquarossa.


Le prime attestazioni del villaggio risalgono all’inizio del XIII secolo, quando era una delle sei circoscrizioni amministrative della Valle, chiamate Rodarie.


Le forme registrate più antiche del suo nome risalgono al secolo XIII: «Doxo» nel 1205, «Deucio» nel 1270, e «Dozio». Per lo stesso secolo si ha notizia della cappella di S. Fiorenzo [..], ricostruita nel 1763 e dedicata ai SS. Luca e Fiorenzo, dopo che era stata distrutta da una frana nel 1758 insieme con altri edifici; frana che causò, peraltro, 34 morti.
La cappella dei SS. Domenico e Francesco alla fontana [..], integrata in una schiera, risale al 1732. Importante edificio ecclesiastico nel territorio comunale è l’oratorio di S. Pietro in frazione Motto a sud di
Dongio, documentato dal 1293, ma il cui nucleo originario risalirebbe al tardo VI secolo.


Interessante testimonianza edilizia di antica data è la cosiddetta Casa dei pagani lungo l’antica strada del passo sulla sponda sinistra del Brenno, un rifugio scavato nella roccia, con completamenti in muratura e tracce di legno, che la datazione al Carbonio radioattivo rimanda ai secoli IX–X, probabilmente un rifugio da incursioni, o luogo di vedetta.


In epoca medievale, accanto alle primarie attività dell’agricoltura – molto presente era la viticoltura – e dell’allevamento, si praticava l’attività del somieraggio in relazione con traffici attraverso il Passo del Lucomagno. A tale epoca il villaggio si limitava probabilmente ad un esiguo agglomerato di abitazioni contadine in posizione pedemontana [..], onde salvaguardare il massimo dello spazio per le colture e per il pascolo, nonché per porsi al riparo da possibili esondazioni del Brenno [..].


Testimonianze ancora presenti [..] mostrano come già prima dell’Ottocento esistessero edificazioni nei pressi dell’attuale strada cantonale, oltre alla chiesa parrocchiale [..] e alla canonica [..].


L’importanza del villaggio già nella prima metà del secolo XIX è testimoniata anche dal fatto che venne eletto a capoluogo del Circolo di Malvaglia dal 1841 al 1863. Ma il decisivo sviluppo, soprattutto lungo la carrozzabile della valle [..], si ebbe tra la seconda metà del secolo XIX e l’inizio di quello successivo, in dipendenza da una serie di circostanze ed eventi importanti tra loro interdipendenti.



Lo sviluppo del secolo XIX: emigrati, strada cantonale, terme e ferrovia


Gli emigrati avevano avuto tra le mete principali, l’Inghilterra, Londra in particolare, dove gestivano numerosi caffè. A partire dalla seconda metà del secolo XIX, tornarono a Dongio in tanti e, dotati di mezzi finanziari, poterono costruirsi dimore non più secondo il modello delle abitazioni rurali ma secondo il modello delle dimore borghesi del secolo che tendevano a affermare il proprio prestigio con tratti cittadini.


La direttrice di tale crescita fu principalmente la cantonale del 1877. La sua realizzazione e quindi dell’edificazione lungo strada fu resa possibile e sicura anche dai lavori di bonifica del Brenno.


La vicinanza di Acquarossa e, quindi, dell’impianto delle terme nel 1880 furono ulteriori fattori che favorirono la crescita di Dongio come luogo di transito e di servizi. L’impianto ottocentesco si allungò in piano, negli spazi originariamente usati a pascolo e segnati dagli straripamenti del fiume. Dongio diventa luogo di transito, il centro del villaggio si sposta nella piazza a grande arco [..]. Qui sorgono i caffè, le stalle per i viaggiatori, i magazzini e gli spazi di ritrovo pubblico. E, infine, ulteriore fatto di crescita fu la realizzazione nel 1911, della ferrovia elettrificata a scartamento ridotto Biasca–Acquarossa che scalzò il servizio delle diligenze.


Il XX secolo si apriva, dunque, all’insegna del turismo e della ferrovia. Il tracciato ferroviario costeggiava la carrozzabile sino all’entrata sud del paese, quindi scartava a monte, inserendosi fra il nucleo più antico [..] e il margine ottocentesco [..]; in uscita dal villaggio a nord piegava ad ovest, incrociando l’asse viario ottocentesco, per poi raggiungere la sponda destra del Brenno su un ponte in ferro oggi sostituito: un tracciato che viene attestato dalla Carta Siegfried del 1912, che riporta anche il consimile cambiamento viario carrozzabile, ovvero lo spostamento del tracciato stradale dalla sponda sinistra alla sponda destra della valle. Ne è una riprova il ponte in uscita dal paese, allargato di recente per accogliere la nuova strada cantonale del Lucomagno.


Probabilmente fu la ferrovia ad indurre la colonizzazione della fascia agricola con il sorgere, nei primi decenni del secolo, di alcune dimore [..] che, pur riattate con evidenti cambiamenti, mostrano ancora tratti dell’epoca di edificazione e un certo carattere di prestigio che si stacca dalla tradizionale edificazione rurale.
Tale sviluppo muta, necessariamente, la precedente organizzazione e l’equilibrio tra ambito di dificazione e spazio economico. Ma, anche se sensibilmente ridotte, sono sopravvissute fino a tempi relativamente recenti superfici dedicate alle colture, comprese tra pede monte e nucleo lungo strada [..] e tra questo e il fiume [..]. La linea ferroviaria venne dismessa e smantellata nel 1973 e sostituita dalle corriere.
[...]


L’insediamento attuale - Relazioni spaziali fra le parti


Situato sulla sponda sinistra della media valle, ai piedi di una ripidissima parete rocciosa e in parte boscosa, l’insediamento si compone di quattro insiemi edilizi diversi per posizione, dimensioni ed epoca di realizzazione.


Il nucleo Crespogno [..], oggi di carattere principalmente residenziale e quello dei grotti [..], occupano una posizione in pendenza, prima del rapido salire del pendio; gli altri due, quello principale [..] e quello più piccolo, quasi a testa di ponte [..] si dispongono in piano, l’ultimo proprio ai piedi della parete del pendio che si eleva ripida.


Tra il corso del fiume Brenno e i piedi del pendio è compreso uno spazio triangolare su cui si estendono l’edificazione dei nuclei storici e gli spazi vuoti in piano circostanti.


I nuclei pedemontani [..] sono collegati fra loro da uno stretto percorso sterrato, parte dell’antica mulattiera della valle, che sale da nord fino ai grotti e a Crespogno.


I binari della ferrovia correvano sul gradino a valle del percorso detto.


Una stretta fascia in piano [..] stacca questi insiemi dal margine a monte del nucleo principale [..] e assume pertanto, nella lettura dell’insediamento, un’importante significato di individuazione dei limiti storici dei singoli nuclei.
Lo stacco di questa fascia dagli insiemi più a monte è marcato dallo scarto che, in particolare in corrispondenza dell’insieme dei grotti, è di alcuni metri. In essa si pongono gli orti-giardini degli edifici
ottocenteschi disposti lungo strada.



Il nucleo ottocentesco lungo strada


Il nucleo principale si caratterizza per la forte pre senza di volumi tardoneoclassici, costruiti fra la seconda metà del secolo XIX e i primi decenni del XX con tratti che per gran parte li accomuna: zoccolo, talvolta
alto quanto il pianterreno, in qualche caso a bugnato, con portali d’ingresso, tre piani, tre o cinque miassi, davanzali e stipiti delle aperture in granito, balconcini aggettanti, copertura a quattro falde; infine la gronda, che chiude l’edificio ed al contempo incornicia la dirittura stradale. All’interno di questi motivi, numerosi sono gli elementi di variazione: elementi isolati invece che uniti a schiera, tratti di maggiore o minore prestigio, dimore arretrate rispetto alla strada entro giardini, riempimento di spazi esistenti o risultato di demolizione con nuove edificazioni, presenza di vecchi edifici rurali, sia abitativi che utilitari. Infine elemento di variazione – e che si impone come ambito spazialmente più significativo – è l’ampia piazza sul lato occidentale del percorso disegnata da un’unica lunga schiera edilizia [..]. Storicamente momento di sosta sulla via del Lucomagno, si configura come fatto urbano prodotto della collaborazione tra i diversi proprietari con la giustapposizione dei singoli edifici per la realizzazione di una schiera unica di definizione di uno spazio pubblico.
Il vuoto, oggi sfruttato in parte a parcheggio, trova una delimitazione ottica verso la strada in un modesto allineamento di alberi. Si ripropone così – ma con significato assai diverso – il carattere dello spazio ottocentesco di luogo di sosta e di ritrovo. Gli edifici che vi si affacciano hanno caratteri diversi: ai volumi
ottocenteschi su tre altezze, con struttura a corridoio, si alternano edifici minori, ad una sola altezza, depositi o negozi. Vi dominano le coperture a due falde.


Assai diverso il retro dell’allineamento, con lo sfogo verso la campagna e l’allungarsi di mura a configurare cortili aperti verso il piano del fiume e comprendenti manufatti secondari.


Alla serrata struttura del lato occidentale si contrappone sul lato opposto una scansione lenta di edifici singoli, anch’essi del secolo XIX, alcuni arretrati rispetto al percorso entro un giardino. Solo all’estremità settentrionale, un’abitazione, un ristorante e una cappella [..] costituiscono una schiera.
La cappella con un’apertura quadriloba nel timpano, è penalizzata dall’edificio del ristorante e abitazione cui si unisce, che ha una grossolana lunga balconata in legno, frutto di aggiunta, e che tocca il fianco
della cappella. Questa trova motivo di stacco dal resto della schiera nella sua intonacatura bianca.


Al polo pubblico della piazza ad arco fa riscontro, all’estremità meridionale, un polo di edifici pubblic isolati con la chiesa parrocchiale [..], la canonica [..] e la Casa comunale e patriziale [..].


Tra canonica e chiesa è stabilita una forte relazione non solo sulla base del prestigio dei due elementi, ma anche grazie alla comunicazione tra i due spazi di pertinenza, il sagrato della chiesa e il giardino cintato della canonica.
Meno felice la relazione tra chiesa e Municipio attraverso un ampio spiazzo asfaltato che non riesce ad essere piazza, nonostante il modesto impreziosimento di alcune latifoglie.


Tra queste due estremità del nucleo lungo strada si può individuare una parte centrale compresa tra due aggregati rurali [..], disposti ortogonalmente alla carrozzabile, lungo percorsi per la campagna. Gli edifici in pietra a vista, hanno in qualche caso conservato la funzione originaria.
Tra questi due aggregati, le dimore ottocentesche si uniscono in brevi schiere che determinano una definizione stradale abbastanza serrata. Anche qui, qualche dimora si impone per i suoi tratti di maggior prestigio, ma è anche la parte del nucleo dove maggiori sono le trasformazioni che hanno interrotto la continuità stilistica e spaziale, sia con interventi sulla struttura di vecchi edifici [..] che con demolizioni e sostituzioni [..].
Nuovi edifici hanno riempito spazi precedentemente vuoti [..] ma in questo caso, pur segnando anch’essi una discontinuità stilistica, vi si coglie il tentativo di dialogare, in linguaggio contemporaneo, con la tipologia architettonica del contesto.



I nuclei pedemontani in riferimento con la vecchia mulattiera


Il nucleo di Crespogno [..] è definito dal corso di un riale a sud [..] e da una ripida zona vignata [..] che fa da scenografico sfondo all’edificazione. Questa si pone in sensibile pendio con il limite inferiore marcato da un edificio probabilmente dei primi anni del secolo XX [..], a spartistrada tra il percorso che segue il margine inferiore del nucleo e un ramo che penetra nella parte più alta. Qui fiancheggia una schiera di edifici a tre e quattro piani che mostrano tratti borghesi, verosimilmente riattamento ottocentesco di sostanza rurale, e che si distingue dal resto dell’edificazione di questo insieme, generalmente di volumi minori e che, in qualche caso, mostra ancora i tratti dell’edificazione bleniese tradizionale: è il caso di un edificio con base in muratura e alzato in legno, rara sopravvivenza nell’insediamento.



Entro il nucleo, per quanto piccolo, gli elementi naturali, il vicolo principale, la piccola cappella – un’aula rettangolare intonacata con campanile a vela che spunta tra i tetti in piode – e i passaggi in pendenza, determinano una discreta varietà spaziale, più complessa di quella degli altri insiemi.


Il gruppo dei grotti [..] si colloca in uscita dal nucleo storico, lungo la vecchia mulattiera, ai piedi del fianco vallivo. Si tratta di edifici per il tempo libero e per la conservazione del vino; edifici in muratura a vista e intonacati, talvolta con pitture popolari che richiamano il tema dell’insieme legato al vino. Si relazionano con il percorso con modalità varie: alcuni integrati direttamente nel pendio, altri vere e proprie casette, talvolta arretrate rispetto al percorso dietro un muro di recinzione in cui si apre un piccolo portale.


Verso sud un allineamento si pone decisamente più alto dello stretto percorso, mentre alcuni edifici emergono sul livello di questo poggiando sul lato a valle. Certi hanno dimensioni molto ridotte, a un piano, ma numerosi hanno anche due piani, con parte per il soggiorno al livello superiore e cantina a quello terreno. Brevi passaggi, sterrati o selciati, collegano la mulattiera con gli edifici superiori. Forte, soprattutto per questi, la compenetrazione di natura ed edificazione, per la presenza degli alberi del bosco incombente che invadono l’insieme, e per la continuità del paesaggio di pietra delle coperture con le pietre del pendio.



Un piano agricolo in parte edificato e resti di pendio vignato


Le superfici circostanti l’edificazione riescono ancora a garantire una leggibilità e uno stacco tra gli insiemi edilizi storici, così la fascia in piano [..] che solo in parte si continua, più a sud, integra [..].
Questa ampia superficie tra cantonale e pendio, che contava, oltre a piccoli edifici rurali singoli e aggregati [..] l’area cimiteriale [..], a partire dalla seconda metà del secolo XX ha visto l’impiantarsi di qualche edificio industriale [..] e, più tardi, il sorgere di numerose abitazioni unifamiliari [..].



Più a monte la superficie completamente vignata [..] è stata assoggettata a una lottizzazione che ha visto disporsi edifici abitativi unifamiliari a due piani, spaziati entro resti di vigna o di orti. Solo la parte più a monte [..] fornisce un contesto naturale di sfondo pressoché integro, particolarmente spettacolare nelle ripide terrazze a vigna a monte di Crespogno.


Pressoché intatto il prezioso piano del fiume [..] in parte alberato, in parte occupato da superfici coltivate ad orto.
[...]






Fonte:
Ufficio per l'ISOS, Zurigo: "Dongio (3908) rilevamento 150dpi 2008.pdf", da https:/dav0.bgdi.admin.ch, scaricato 5.9.2015





HTMLText_CC6EEECE_DC50_00D7_41D5_44D412C6A471.html =
Ex atelier dello scultore Giovanni Genucchi (10.4.1904 Bruxelles - 3.10.1979 Acquarossa,)
Per maggiori informazioni si veda la scheda "Info"
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Ovali con Miracoli di S. Antonio affrescato da Pietro Silva, 1770-71
(fonte: v.info)
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testo
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Altare maggiore con fastoso tabernacolo in legno scolpito, dorato e dipinto; fine XVII sec


(fonte: v. info)
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Dipinti murali con la Gloria di S. Martino e due raffigurazioni della Sacra Famiglia, ritoccati
(fonte: v. info)
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Statua di S. Carlo Borromeo
HTMLText_D22DF293_DC50_034C_41CD_D644339FBF86.html =
Affreschi con sette scene della vita della Vergine di Carlo Martino Biucchi, 1740-45 ca
(fonte: v. info)
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Tela di S. Giuseppe col Bambino, di Giovanni Battista Degiorgi, 1753
(fonte: v. info)
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Statua della Madonna del Carmine
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Fonte battesimale con sovrastruttura lignea a tempietto, prima metà XVII sec.
(fonte: v.info)
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S. Stefano con il committente presentato da un altro santo, fine XIV secolo; un santo cavaliere e una giovane donna, primo ventennio XV secolo.
(fonte: vedi info)
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Affreschi settecenteschi dei Misteri del Rosario, restaurati nel 2004
(fonte: v. info)
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testo


(fonte: vedi info)


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testo
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testo
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testo


(fonte: vedi info)
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Frazione Ponto Valentino



[...]
Sviluppo dell’insediamento - Cenni di storia e di evoluzione


Ponto Valentino, dal 4 aprile 2004 confluito nell’aggregazione del nuovo Comune di Acquarossa, nel 1205 lo si trova citato semplicemente come «Ponte». Secondo la tradizione il nome della località risalirebbe a un notabile romano, Valentinus, il quale, bloccato durante un inverno di forti nevicate, stabilì nella valle la sua temporanea residenza. Essendo impegnato nella guerra contro i Reti avrebbe distrutto per ragioni di sicurezza il vicino ponte sul Brenno; dal paese provengono ancora oggi famiglie di cognome Valentini.


Con Castro e Marolta, nel Medioevo il villaggio formava una Vicinia detta «Consiglio», cui si fa cenno già nel 1200, sciolta solo nel 1897; costituiva pure una delle sei «Rodarie» della Valle Blenio e apparteneva alla «Fagia de medio» o «fagia di Aquila».


L’abbazia di S. Pietro in Cielo d’Oro a Pavia vi possedeva dei beni acquisiti nel 1205. In località denominata «Castellaccio», subito a nord del villaggio, oltre l’intaglio del Riale Sartascia [..], era situato un baluardo menzionato nel 1309, distrutto dalle acque del torrente in piena lungo il quale si ergeva a sentinella dell’accesso nord al villaggio. L’autonomia ecclesiastica del comune risale a data sconosciuta, la parrocchia è comunque citata nel 1597 e fa capo alla chiesa dedicata a S. Martino di Tours [..], documentata dal 1298. La costruzione medioevale venne totalmente trasformata nella prima metà del secolo XVIII ad opera dell’architetto Giovanni Pietro Giovannini in stile barocco. Il campanile, pur risalente al secolo XV, presenta tratti del Romanico. Un altro edificio ecclesiastico, la cappella di S. Francesco Saverio del secolo XVIII, con pianta a croce greca, si trova in relazione con il vecchio sentiero di attraversamento dell’insediamento [..].


La strada cantonale venne realizzata in terra battuta nel 1844 e successivamente migliorata; un suo ampliamento all’ingresso meridionale sacrificò la cappella di S. Maria Maddalena, ricostruita nel 1901 [..]. All’entrata nord, all’inizio del secolo XX furono realizzate dimore di notevole prestigio, le più signorili [..] sul lato a monte, entro ampi spazi cintati; sul lato a valle dimore anch’esse di prestigio – quella più a nord, la Villa Berla, nacque come pensione – ed entro spazi cintati ma a più diretto contatto con la strada.
Edifici borghesi sorsero lungo tutta la strada di attraversamento e anche in posizione ribassata rispetto ad essa. È evidente come l’edificazione borghese, insediandosi in certi ambienti,
abbia interrotto una precedente continuità nella realtà rurale preesistente. Così, per esempio, la dimora forse più antica dell’insieme, prodotto della cultura rurale [..], oggi è separata dall’addensarsi dell’edificazione rustica più antica [..] dall’interporsi di due grandi volumi ottocenteschi [..].
Importante in questa crescita fu la vicinanza delle Terme di Acquarossa. Era un periodo di una certa floridezza per il villaggio che contava anche vari negozi e locali pubblici.
Nel 1927 alla diligenza succedette la corriera postale.



Carta Siegfried e attività economiche


La Carta Siegfried del 1872 riporta il nome della località come «Ponte Valentino» e rivela alcune importanti differenze rispetto alla situazione attuale. Colpisce, tra l’altro, la superficie vignata di gran lunga inferiore a quella attuale. La carrozzabile giungeva solo all’altezza della chiesa e proseguiva verso nord come sentiero.
Molto esiguo il nucleo più a sud rispetto ad oggi e, probabilmente, composto soltanto di quelle parti che, attualmente, si leggono come le più rurali [..].
Ma, in generale, tutti i nuclei sono meno cospicui di quelli attuali in ragione dello sviluppo che
si avrà ancora tra gli ultimi decenni del secolo XIX e l’inizio del XX. Nella posizione dove oggi compare l’Osteria del Ponte, di fianco al maggiore intaglio entro il villaggio, si legge soltanto il ponte che scavalca l’incisione del riale. È evidente anche come, da allora, alcuni tratti della
strada siano stati regolarizzati, resi meno sinuosi.
Ancora oggi è ben leggibile il vecchio sentiero che corre più in alto, là dove sono riconoscibili
le parti più rurali ed antiche, in particolare nel nucleo centrale [..], fino a raggiungere la chiesa e da qui, costeggiando a sud la parte più rurale [..] e l’antica dimora all’estremità del nucleo [..], tocca la cappella di S. Francesco Saverio [..] e quindi prosegue verso Aquila.


La campagna sottostante i nuclei ed i numerosi insediamenti dispersi sulla costa della montagna [..] erano i luoghi delle attività agricole tradizionali e di allevamento del bestiame: coltivazioni dominanti erano la segale e le patate. Il castagno, oltre che come fonte di nutrimento, era sfruttato per la produzione del tannino; dal noce, oltre che nutrimento e legno, si ricavava l’olio per lampade. L’attività sussidiaria dell’emigrazione portava gli abitanti verso gli altri cantoni o verso stati confinanti. Nota è l’emigrazione anche verso il Sudamerica per esempio della famiglia Giosia i cui membri crearono una delle industrie cioccolatiere più rinomate del Cile e al ritorno, nei primi anni del secolo XX, costruirono nel villaggio d’origine importanti dimore, quali la Villa Luis, all’estremità del nucleo principale [..].


Se nel 1850 la popolazione di Ponto contava 518 abitanti, nel 1950 si era ridotta a 359. E lo spopolamento è cresciuto a seguito dell’attrazione del piano e dei centri urbani, tanto che il censimento del 2000 ha registrato soltanto 218 residenti. Permangono ancora attività agricole e di allevamento cui si dedica il 10 % delle persone in età lavorativa contro il 33 % del 1980.



L’insediamento attuale - Relazioni spaziali fra le parti


Il villaggio si situa a circa 700 metri d’altezza sul fianco più aperto e soleggiato della sponda destra della media Valle Blenio, dove il pendio si fa meno ripido, ai piedi della Punta Larescia, affacciato su un balcone aperto verso un’ampia e mossa ansa della valle con vista sul corso del Brenno che si allarga fino ad Acquarossa. Il villaggio è raggiungibile percorrendo la strada comunale che, diramandosi dalla cantonale del Lucomagno ad Acquarossa Comprovasco, percorre il lato destro della valle ricongiungendosi alla cantonale ad Aquila dopo aver toccato Prugiasco, Castro e Ponto Valentino.


L’insediamento si legge come costituito di quattro nuclei con la relativa edificazione che fa riferimento al percorso di attraversamento in maniera più o meno diretta e che si dispongono lungo il tracciato ad ampie anse imposte dalle sporgenze delle conoidi formate dai riali che, numerosi, corrono il pendio [..]. L’edificazione occupa gli stretti spazi in piano laterali al tracciato e parti in pendio a valle e a monte di esso.


Tema spaziale ricorrente è il rapportarsi di un insieme all’altro in corrispondenza di strettoie decise soprattutto dall’accostarsi di edifici sul lato opposto della strada [..]. Altro tema spaziale e distributivo entro i singoli insiemi è la posizione in pendio dell’edificazione rurale, non in diretto rapporto con la cantonale [..] rispetto alla dislocazione in relazione con la strada di quella di impostazione borghese. Soltanto il nucleo con la chiesa [..] non ha una relazione diretta con la strada, se non per mezzo del muro che la definisce e che regge il terrazzo su cui si pongono gli edifici ecclesiastici.



Il nucleo più a nord


Leggibile come nucleo principale [..], pur non in piano, sfrutta una topografia meno accidentata degli altri, così che ha la possibilità di espandersi a valle e a monte del percorso di attraversamento. L’insieme assomma in sé la storia e l’evoluzione dell’insediamento tutto, nonché pressoché tutti i tipi edilizi in esso presenti: dalla dimora postmedievale di un certo prestigio alle modeste dimore rurali e a tutti i tipi utilitari riprodottisi con poche variazioni per secoli, fino alle dimore borghesi di fine Ottocento e dell’inizio del Novecento, sia ancorati a un linguaggio formale dimesso e ai moduli rurali sia con spiccati tratti cittadini [..]. Anche quando riconducibili a una stessa fase costruttiva e a uno stesso linguaggio stilistico acquistano significati diversi in dipendenza dalla posizione: quelli all’estremità settentrionale, sul lato a monte della strada si distanziano da questa e si riservano ampi spazi verdi cintati e si propongono come dimore più signorili; sul lato a valle le dimore hanno, invece, uno stretto giardino che le divide dalla strada; all’estremità meridionale, la Casa comunale sul lato a monte e la posta sul lato a valle [..] segnano una delle strettoie tra nucleo e nucleo. L’edificio della posta si impianta su un livello ribassato rispetto alla strada e marca la rampa asfaltata, probabilmente parte dell’antico percorso che conduce nella parte più rurale del nucleo,
ribassata. In questo livello più basso le grandi dimore ottocentesche, con la loro notevole altezza, sembra vogliano compensare la posizione ribassata: uno in particolare, a cinque piani, con una torretta simile a un campanile. Le due dimore a est [..] si distinguono per il loro carattere piuttosto rurale sottolineate dal ballatoio, dalle pesanti coperture in piode.


La parte più cospicua della componente rurale [..] si trova ribassata rispetto alla cantonale; vi hanno molta parte la muratura a vista e le coperture a due falde, perlopiù in piode. È in sensibile pendio ed è attraversata da percorsi gradinati. La vista sul paesaggio dei tetti mostra una regolare gradinatura delle coperture. Questa edificazione rurale si continua anche sul lato a monte della cantonale, a monte dello spazio asfaltato ricavato con un ampliamento stradale, definito da edifici utilitari in muratura e da uno con base in muratura a vista e alzato in legno, ottimo rappresentante del tipo.



Il complesso ecclesiastico


La parrocchiale di S. Martino, con il campanile e l’ossario [..] e il cimitero [..], occupano una delle sporgenze del pendio che caratterizzano lo svolgersi dell’insediamento, sfruttando la migliore esposizione e visibilità possibile verso valle. La consistenza e la posizione dell’insieme inseriscono un elemento di variazione nello svolgersi dell’insediamento. La facciata della parrocchiale è compartita in tre parti da modanature; al culmine il timpano pronunciato accoglie un’ apertura ogivale. L’edificio, orientato, offre il fianco articolato da cappelle e da contrafforti alla strada da cui si solleva insieme all’edificio comunale. Un poderoso muro recente in conci a vista crea una ulteriore gradinatura entro l’insieme con un imponente parete a monte della chiesa, reggendo l’area sepolcrale. Tale parete è una presenza molto forte e la sua regolarità irrigidisce la situazione in pendio.



Il nucleo centrale e quello più a sud


In questo insieme – anche questo introdotto da un restringimento ad opera di due dimore [..] – è la parte più a monte che offre un terreno in un lieve pendio adatto all’edificazione. E qui, come succede nel nucleo principale [..], quasi in una situazione speculare a quella, si è impiantata la più antica edificazione [..] che giunge fino al livello della cantonale con un edificio che definisce la strada con l’alta parete che ingloba una scala a due ali.


Topograficamente molto importante è la profonda incisione di un riale che affianca il Ristorante del Ponte [..] e che a valle dell’insieme determina una profonda depressione del terreno. Alla facciata tozza del ristorante – probabilmente rifacimento di edificio precedente – si accosta una vasca di tipo cittadino datata 1890 uguale ad altre due distribuite nel villaggio e con uguale data. Qui mette capo il ramo asfaltato e acciottolato che collega con la parte alta.


Momento centrale di questa parte [..] è un vuoto con fontana uguale a quella detta, in parte sminuito da alcune trasformazioni irrispettose della sostanza tradizionale ma impreziosito da una schiera arcuata molto antica con elementi che richiamano l’epoca medievale, che si impianta su un livello più in basso del vuoto, lungo quello che sembra un antico tracciato viario. Le coperture delle unità della schiera formano una gradinatura che sale da ovest verso est. All’estremità occidentale della schiera, ma staccato, si inserisce un volume ottocentesco, un cubo a tre assi e tre piani, con una copertura in piode, datato1873. Seguendo il percorso che scende di nuovo al livello della cantonale, il limite con il nucleo più a sud [..] è marcato da una piccola cappella con un affresco che fa pensare a un imitatore popolare delle pittura dotta rinascimentale [..].


Se in corrispondenza della detta cappella si ha un passaggio poco avvertibile tra i due insiemi [..] separati da un sottile percorso asfaltato in pendenza, con una continuità morfologica del terreno, più deciso è lo stacco lungo la cantonale. Anche qui uno stretto gomito segnala la topografia difficile che non consente per un tratto l’impiantarsi di edifici sul lato a valle.


In complesso, questo insieme è stato maltrattato da ampliamenti stradali, inserimenti inadeguati, quali uno chalet di tipo alpino di notevole volume e particolarmente appariscente sul lato a valle della strada, dove si apre uno spazio prativo compromesso dall’inserimento [..].


La sequenza degli insiemi lungo strada anche qui è decisamente marcata dalla presenza di due edifici che formano una strettoia [..] e, anche qui, una piccola porzione del nucleo a monte presenta l’edificazione più tipicamente rurale [..] anche se, in questo caso, l’elemento più arcaico e interessante – un edificio abitativo tradizionale con la base in muratura e l’alzato in legno con una loggia sul lato occidentale arriva a definire la cantonale. La data riscontrabile del secolo XVIII fa riferimento, peraltro, a un rifacimento.


Sul lato a monte, importante momento spaziale è un gomito della strada asfaltato e definito a monte da edifici di vario genere, tra i quali anche un lavatoio coperto [..], ma l’allineamento è ricco di trasformazioni così che il vuoto, potenzialmente interessante, non trova una definizione adeguata. Anche la sequenza di edifici soprattutto di inizio secolo XX e dei decenni successivi, in parte ha subito varie interruzioni.


Pendio in primo piano e pendio di sfondo
La fascia prativa che si svolge a monte dell’abitato [..] separa i nuclei dal ripido pendio boscoso; in essa si inseriscono edifici e piccoli aggregati rurali che in parte hanno rivalorizzato la situazione nel senso di ideale esposizione verso valle, con riadattamento della sostanza rurale a volte garbato, a volte snaturante [..].
Ma, nel complesso, questa parte del pendio riesce ancora a fornire uno sfondo naturale abbastanza integro ai nuclei storici.


Molto più imponente il pendio di primo piano [..] ampio ed esteso fino al fondovalle con il fiume [..] e pur interessato da numerose trasformazioni di edifici utilitari in abitazioni, con modalità troppo appariscenti, il pendio offre anche esempi di riattamenti ben inseriti nel contesto e, soprattutto, un ambiente naturale ancora imponente.
[...]






Fonte:
Ufficio per l'ISOS, Zurigo: "Ponto Valentino (4067) rilevamento 150dpi 2008.pdf", da https:/dav0.bgdi.admin.ch, scaricato 11.9.2015





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Comune di Acquarossa


Il Comune di Acquarossa è capoluogo nel distretto di Blenio.


È nato nell’aprile 2004 con l’elezione degli organi politici (Municipio e Consiglio comunale) avvenuta dopo che l’aggregazione dei 9 comuni di Castro, Corzoneso, Dongio, Largario, Leontica, Lottigna, Marolta, Ponto Valentino e Prugiasco è stata decretata dal Gran Consiglio nell’ottobre 2003.


Superficie e popolazione
Il Comune ha una superficie totale di 6600 ettari, dei quali solo 141 (= 2%) riservate agli insediamenti. La popolazione residente è di circa 1800 abitanti.
Il comprensorio del Comune di Acquarossa si estende dall’altezza minima di 440 msm di Motto Blenio alla massima di 2842 msm della Cima di Ganna Bianca.
Il territorio è servito da 121 km di strade comunali (93 asfaltate e 28 sterrate) e da 65 km di sentieri.


Storia
La storia del nostro Comune riflette sostanzialmente quella dell’intera valle di Blenio. Fino ai primi secoli dopo l’anno 1000 è stata una valle caratterizzata dai principali transiti attraverso le alpi, facilitati dalla relativa altitudine del passo del Lucomagno. La popolazione ha sempre rivendicato la propria autonomia tanto che il patto di Torre del 1181 stipulato tra Bleniesi e Leventinesi viene da qualcuno indicato come il predecessore del Patto del Grütli del 1291. Come molti Svizzeri i bleniesi partecipavano al servizio mercenario dell’esercito Napoleonico e se ne mantiene la testimonianza con le milizie di Leontica e Ponto Valentino.
Caratterizzata da una economia di sussistenza dalla fine del ‘700 è stata caratterizzata da una forte emigrazione verso Francia, Inghilterra e Belgio. Un parziale rilancio economico locale si è attuato dalla fine ‘800 con la costruzione delle Terme di Acquarossa, dell’ospedale e della casa per anziani, e dalla fine degli anni ’50 con due fabbriche a Dongio legate all’industria tessile ed all’industria orologiera.


Economia
Nel Comune di Acquarossa troviamo i maggiori operatori presenti in valle di Blenio nel settore secondario (artigianato in genere) e terziario: dalle strutture sanitarie (Ospedale e Casa Anziani) a quelle mediche (farmacia, medico, dentista, fisioterapista) agli uffici cantonali (Pretura, Ufficio registri, ufficio esecuzioni) a quelle finanziarie (posta, banca).
Il settore primario è presente con diverse aziende agricole che lavorano i terreni situati sia sul fondovalle che sui monti.
Il tessuto economico fragile della nostra realtà di valle alpina è stato all’origine del forte spopolamento (- 30%) che si è manifestato dal 1850 (2660 abitanti) al 1970 (1845 abitanti). Dopo il 1970 la popolazione locale si mantiene su livelli sostanzialmente stabili. Le rinomate Terme di Acquarossa hanno chiuso i battenti nei primi anni ‘70 mentre le fabbriche di Dongio (camiceria e micromontaggi) nella metà degli anni ’80.


Arte, cultura e luoghi di interesse
Nel Comune di Acquarossa si trovano diversi monumenti storici e culturali di rilievo: dalle chiese del romanico-medievale di San Carlo di Negrentino, San Remigio a Corzoneso Piano e San Pietro di Motto, al Palazzo dei Landfogti di Lottigna (sede del museo etnografico), le zone dei grotti di Dongio con il torchio e la ghiacciaia, le Casa dei Pagani di Dongio, la Casa Rotonda di Casserio, i resti della fornace di Ponto Valentino.
Di notevole importanza storica sono le tradizionali milizie napoleoniche di Leontica e Ponto Valentino.
Il museo etnografico di Lottigna, insediato nella splendida Casa dei Landfogti, permette al visitatore di riscoprire la storia e le tradizioni locali.
All’architettura rurale dei nostri nuclei ed a quella dell’emigrazione di ritorno si contrappone talvolta l’architettura moderna creando così un interessante connubio tra stili diversi.
I principali artisti originari di Acquarossa sono: Ubaldo Monico (Dongio; 1912-1983) famoso per le sue xilografie. Lo scultore Giovanni Genucchi (Castro; 1904–1979), conosciuto a livello cantonale e svizzero le cui opere sono esposte nel suo rinnovato atelier di Castro. Il pioniere della fotografia Roberto Donetta (Casserio; 1865-1932) le cui lastre sono custodite nella casa Rotonda di Casserio.


Sport e tempo libero
Il Comune di Acquarossa è ben dotato di società e strutture sportive e legate al tempo libero: Blenio Calcio gestisce il campo di calcio, il Gruppo Atletico Dongio le piste di atletica ed organizza il Giro Media Blenio, la Polisportiva Bleniese i campi da beach volley, la Società Tiratori del Lucomagno lo stand di tiro elettronico a 300m di Ponto Valentino.
La Amici del Nara SA assicura la gestione della stazione sciistica del Nara.
Blenio Bike promuove l’estesa rete di sentieri pedestri e ciclabili di tutta la valle di Blenio che si prestano anche per le passeggiate a cavallo.
Il Centro giovanile della Valle di Blenio ha sede nello stabile ex Fehlmann di Dongio.
L’Associazione Cinema di Acquarossa garantisce la gestione del Cinema, importante punto di incontro per i cinefili e più in generale per la popolazione di tutta la valle che apprezzano i teatri e le commedie dialettali.


Curiosità
Il Cinema Teatro Blenio presenta una forma molto particolare ed attraente. È stato progettato dall’arch. Giampiero Mina – Lugano che si è ispirato all’architettura cosiddetta organica del grande architetto finlandese Alvar Aalto, presso il cui studio di Helsinki il giovane Mina ha svolto una pratica professionale nel 1947e 1948.



Fonte:
https://www.acquarossa.ch/comune/cenni-generali/, consultato 29.06.2020



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Chiesa parrocchiale
dei SS. Pietro e Paolo



Menzionata nel 1283. L’edificio precedente fu demolito nel 1763 per far posto all'interessante costruzione ellittica con coro semicircolare, innalzata nel 1765-67 su progetto di Giuseppe Stella.


Campanile del 1733, sopraelevato in epoca successiva, posto sul fianco des. della facciata decorata con eleganti stucchi rococò; nelle nicchie, statue dei patroni.


Stucchi rococò ornano pure il coro e le due cappelle laterali, delimitati da balaustre in marmi policromi.


L’originaria decorazione pittorica settecentesca fu ritoccata e completata da Attilio Balmelli nel 1926; sulla volta della navata: Gloria dei SS. Pietro e Paolo.


Altare maggiore con gradini in legno dorato e dipinto e tabernacolo rococò. Sotto l'arco trionfale: crocifisso ligneo, XVIII sec.
Nella cappella laterale des.: pala raffigurante S. Giuseppe col Bambino. Pulpito in legno con applicazioni architettoniche, XVIII sec.


Fonte:
Autori diversi (2008, seconda edizione): Guida d'arte della Svizzera italiana, a cura della Società di storia dell'arte in Svizzera (SSAS), pp. 104-105, Edizioni Casagrande, 604 pagine.




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Frazione Largario



[...]


Sviluppo dell’insediamento - Cenni di storia e di evoluzione


Comune autonomo fino all’aprile del 2004, Largario oggi fa parte del Comune di Acquarossa. Con soli 17abitanti, nel 1980 fu il più piccolo dei comuni del Ticino.


Con la stessa denominazione di oggi appare citato nel 1207, mentre nel 1570 è attestato come
«Largherii».


Le fonti indicano che doveva essere parrocchia in data antecedente al 1550, probabilmente già intorno al 1300. Di una chiesa in tale località si dà notizia nel 1283. L’edificio, dedicato ai SS. Pietro e Paolo, venne ricostruito negli anni 1765–1767 in stile barocco esemplare con una facciata arrotondata, a pianta centrale [..].


Nel secolo XIX, in ragione dell’emigrazione verso la Francia e l’Inghilterra – in particolare verso Londra – l’insediamento perse la metà della popolazione residente.
Nel XX secolo l’emigrazione si indirizzò, invece, soprattutto all’interno del territorio svizzero. Ancora nel 2000, circa metà della scarsa popolazione – 25 abitanti complessivamente – era attiva nell’agricoltura, mentre il resto lavorava fuori dal comune. Nel 1850 il piccolo comune contava ancora 75 abitanti, 36 nel 1950.


Sulla Carta Siegfried del 1872 il fondovalle mostra già la strada carrozzabile alla quale il nucleo è collegato soltanto da sentieri che conducono anche ai pascoli alti e che, in parte, oggi sono ricalcati da un percorso carrozzabile. La cantonale del Lucomagno percorre il lato sinistro della valle mentre la strada sul lato destro prende avvio a Comprovasco e termina a Ponto Valentino.
L’edificazione appare ancora più modesta, quanto a quantità, di quella attuale e non sono riconoscibili i percorsi interni.



L’insediamento attuale - Relazioni spaziali fra le parti


L’insediamento, esposto ad est sul pendio della Punta di Larescia, si colloca, isolato, a circa 850 metri d’altezza, a monte della sponda destra del Brenno, con l’edificazione avvolta da un’ampia superficie prativa [..].


Dal nucleo si gode la vista sulla sponda opposta della valle dove sorgono, appena elevati dal fondovalle, proprio di fronte a Largario, il villaggio di Dangio e il complesso edilizio della vecchia fabbrica di cioccolato Cima Norma sullo sfondo della lunghissima arcata del ponte che supera l’altrettanto ampio intaglio della Val Soi.


La via che collega l’insediamento alla strada comunale della sponda destra si dirama dal percorso principale subito a nord di Ponto Valentino e, all’estremità meridionale del nucleo, diventa percorso interno [..]. Questo attraversa la linea più bassa di edificazione in progressiva lieve salita e all’estremità settentrionale piega con uno stretto tornante verso sud, con salita più decisa. Fuori del nucleo segna la costa della montagna con numerosi tornanti fino ai monti di Gorda.
[...]




Fonte:
Ufficio per l'ISOS, Zurigo: "Largario (3955) rilevamento 150dpi 2008.pdf", da https:/dav0.bgdi.admin.ch, scaricato 5.9.2015.





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### Label Label_35B58CD0_2104_DCE9_4198_1FCF834EBE3B.text = Foto Locatelli Label_35EF1E2C_20FF_DFB9_41AD_60C0B6EBD74C.text = Foto P. Dova ### Tooltip Button_25BCBB43_058E_5564_417B_C3675DB9EEE7.toolTip = Mostra e nascondi le indicazioni mediante hotspots Button_C374C3D4_E000_E780_41EB_AD01E7BA5CF4.toolTip = Ritorno alla panoramica del Comune Container_DEDD31D6_D101_4071_41CE_E92552616653.toolTip = Mostra scheda descrittiva DropDown_38602AE8_1474_BCD3_41AB_07F4EE29121D.toolTip = Scelta delle viste DropDown_7702E6D7_6F24_C0E1_41A1_8B74C8B48481.toolTip = Scelta delle viste DropDown_770876E7_6F24_C0A2_41AA_F4FDBF0729DC.toolTip = Scelta delle viste DropDown_77AAF980_6F24_C15E_41A3_FEB3D61D0768.toolTip = Scelta delle viste DropDown_78427F22_6F2B_41A3_41CE_816B5659243C.toolTip = Scelta delle viste DropDown_78453CFB_6F24_C0A1_41B3_C5C729A6D3E6.toolTip = Scelta delle viste DropDown_785A19B5_6F24_C0A1_41D9_3CE0DB2FA7C0.toolTip = Scelta delle viste DropDown_788C51CE_6F24_C0E2_41D5_3A1FCF4CAF36.toolTip = Scelta delle viste DropDown_78A14F7D_6F24_C1A1_41C0_8DE9EEDD98B0.toolTip = Scelta delle viste DropDown_78A2CC17_6F24_C762_41D9_7EEB18E458A6.toolTip = Scelta delle viste DropDown_78E3C436_6F24_C7A2_41D6_B269E4515DED.toolTip = Scelta delle viste DropDown_78FE7225_6F24_C3A1_41C2_5AA754AF3D45.toolTip = Scelta delle viste DropDown_7FD3E633_660F_D615_41BC_2271A31A1FF5.toolTip = Scelta delle viste IconButton_02CEF882_1434_FB56_41AE_332164BAF9E7.toolTip = Comune Serravalle IconButton_031537EE_143C_74AF_4157_890BB9FEB2D9.toolTip = Comune Blenio IconButton_03D1373A_1434_F5B6_41A6_4B3DC1767509.toolTip = Comune Acquarossa IconButton_08EA6873_1C10_19D6_41AD_1C7107F7D979.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_09733D4C_1C10_1B32_41B2_D117925DF815.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_0973A3BE_1C10_0F4E_41B3_29F88222D45D.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_0973E193_1C10_0B56_4198_0FB6B66A1BD9.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_0973FF77_1C10_17DE_41AD_26FC326A4848.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_0974180A_1C10_3936_41B5_CD6F338A496A.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_09744B44_1C10_1F32_41B9_9FDF4015ACD2.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_097475EE_1C10_0ACE_41BA_D963171AAAD9.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_09749C38_1C10_3952_419B_38938D73CCFC.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_0974CA26_1C10_397E_41B9_FDCBAD9F71FA.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_097522FA_1C10_0ED6_41A3_F49419E86F34.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_09755E5F_1C10_39CE_41B1_9F6BFEDFD14E.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_097570C0_1C10_0932_4193_1B9F99C52206.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_097599EE_1C10_1ACE_4199_AC1D6C78C4B5.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_0975B796_1C10_175E_41AA_B006B5CCFA1A.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_0975E52F_1C10_0B4E_4183_EC41A215942A.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_09762E80_1C10_1932_41AF_11CC58BECF62.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_09765C46_1C10_193E_41A2_A9EB31A1064A.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_09778745_1C10_F732_41AF_04B31CCB60BA.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_0977F28B_1C10_0936_41A0_CC2BF6D50176.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_09E29932_1C10_1B56_417D_2FD75A9CB0F0.toolTip = Aprire la panoramica \ in un'altra finesta \ ad alta risoluzione IconButton_0E31EFC1_1DE2_593D_41BC_E20218DDF651.toolTip = Milizia napoleonica IconButton_0F67E074_1E2C_68A8_419D_E60250384490.toolTip = Laboratorio Giovanni Genucchi IconButton_1C237657_0B86_3E00_4182_BD48EC0EF5FD.toolTip = Riprendi l'avanzamento automatico (Play) IconButton_42E3A46C_5ADF_6686_41C2_2A0390AA0211.toolTip = Milizia napoleonica IconButton_430E9C72_56F9_40D0_41C6_D74F0A2AB680.toolTip = Dettaglio affreschi IconButton_4938FE79_51FE_758E_41A8_9854F3DF3A67.toolTip = Milizia napoleonica IconButton_4F9CD10C_58E8_ABAA_41D1_1DF2F484AB53.toolTip = Opera ## Media ### Description album_09CA3761_1E8D_2807_4194_ED32DC120A35_0.description = Villa (foto P.Dova) ### Title album_068468EE_1E85_181D_4187_ADB1064B2E26.label = Lottigna album_068468EE_1E85_181D_4187_ADB1064B2E26_0.label = Lottigna album_0697A91F_1E8B_183B_41BB_640DD699EEC4.label = Lottigna - chiesa parrocchiale (esterno) album_0697A91F_1E8B_183B_41BB_640DD699EEC4_0.label = Chiesa album_092E6D29_1E8D_1807_4196_582D9B8DC0C6.label = Lottigna - museo (esterno) album_092E6D29_1E8D_1807_4196_582D9B8DC0C6_0.label = Museo album_09CA3761_1E8D_2807_4194_ED32DC120A35.label = Lottigna - villa album_09CA3761_1E8D_2807_4194_ED32DC120A35_0.label = Villa (foto P.Dova) album_0A04DB8C_01A3_F508_4157_92CD915C4C08.label = Ponto Valentino album_0A04DB8C_01A3_F508_4157_92CD915C4C08_0.label = Ponto Valentino album_0BCB44CB_0085_68F9_4157_B320178D8A64.label = Largario - vecchia casa album_0BCB44CB_0085_68F9_4157_B320178D8A64_0.label = Largario - vecchia casa album_0BE3240F_0085_EF78_4143_AAE468054127.label = Largario - chiesa parrocchiale (esterno) album_0BE3240F_0085_EF78_4143_AAE468054127_0.label = Largario - chiesa parrocchiale album_0CB69AF7_0085_78A8_4131_B14E15D348D2.label = Largario album_0CB69AF7_0085_78A8_4131_B14E15D348D2_0.label = Largario album_0D8416B4_01A4_7F18_4150_4152B9F26EAE.label = Ponto Valentino - case album_0D8416B4_01A4_7F18_4150_4152B9F26EAE_0.label = Casa Bulloni album_0D8416B4_01A4_7F18_4150_4152B9F26EAE_1.label = Casa Mueller album_0D8416B4_01A4_7F18_4150_4152B9F26EAE_3.label = Rustico Gygax Ponto album_0DE0CD6E_01A4_4D08_4144_659EF8D015EA.label = Ponto Valentino - chiesa parrocchiale (esterno) album_0DE0CD6E_01A4_4D08_4144_659EF8D015EA_0.label = Ponto Valeentino - chiesa parrocchiale album_10C753D6_0460_113E_4192_0C7FC5607739.label = Marolta - vecchia casa album_10C753D6_0460_113E_4192_0C7FC5607739_1.label = Casa album_10E8469A_0420_1336_4175_929F04834D82.label = Marolta album_10E8469A_0420_1336_4175_929F04834D82_0.label = Marolta album_132ED0D8_0460_6F33_4170_DC7D057863AE.label = Marolta - chiesa parrocchiale (esterno) album_132ED0D8_0460_6F33_4170_DC7D057863AE_0.label = Marolta - chiesa parrocchiale album_198887E7_1434_74DE_4191_0318D5416D87.label = Comune Serravalle album_19EA31AC_1435_8D53_4184_A71BAA21C7D4.label = Comune Blenio album_1B14AC32_1435_9BB7_4181_89B4D3960ACD.label = Valle di Blenio-mappa album_1BA96BC9_0F24_F050_418A_15C036661903.label = Marolta - casa Romagnolo album_1BA96BC9_0F24_F050_418A_15C036661903_0.label = casa Romagnolo album_1E5AA434_13D6_9183_4198_EAA01128C0DB.label = Prugiasco album_1E5AA434_13D6_9183_4198_EAA01128C0DB_0.label = Prugiasco-villaggio album_1EC6E5DD_13D2_92BC_4194_916F4C640D15.label = Prugiasco - chiesa parocchiale (esterno) album_1EC6E5DD_13D2_92BC_4194_916F4C640D15_0.label = Prugiasco-parr album_1EC75198_13D3_9283_4196_0BDF12BF8D7E.label = Prugiasco - vecchie case album_1EC75198_13D3_9283_4196_0BDF12BF8D7E_0.label = Prugiasco-casa1 album_1EC75198_13D3_9283_4196_0BDF12BF8D7E_1.label = Prugiasco-casa2 album_1F3FE68C_13D3_9E83_418C_A9A5BF1EE921.label = Prugiasco - chiesa Negrentino (esterno) album_1F3FE68C_13D3_9E83_418C_A9A5BF1EE921_0.label = Prugiasco-Negrentino album_24589B04_058A_D6EC_4121_B93F85D7EE50.label = Castro - chiesa parrocchiale (esterno) album_24589B04_058A_D6EC_4121_B93F85D7EE50_0.label = Chiesa parrocchiale album_2463E788_0586_5DE4_4149_CACBF53CEF08.label = Castro - Atelier Genucchi album_2463E788_0586_5DE4_4149_CACBF53CEF08_0.label = Atelier Genucchi album_270862BD_0586_571C_416A_B65AFBE24E55.label = Castro - oratorio (esterno) album_270862BD_0586_571C_416A_B65AFBE24E55_0.label = Oratorio album_27D3A201_058A_36E4_4195_1B85A707AB7D.label = Castro album_27D3A201_058A_36E4_4195_1B85A707AB7D_0.label = Castro album_27FF315E_059A_751C_4177_9B0A2443D4F0.label = Castro - case album_27FF315E_059A_751C_4177_9B0A2443D4F0_1.label = Nucleo album_27FF315E_059A_751C_4177_9B0A2443D4F0_2.label = Vecchia casa album_4362E442_5388_8154_41D4_E1A947ECF681.label = Corzoneso- chiesa parrocchiale (esterno) album_4362E442_5388_8154_41D4_E1A947ECF681_0.label = Corzoneso - chiesa parrocchiale (esterno) album_43B18BE0_5388_8754_41C4_F0222D569385.label = Cumiasca - oratorio (esterno) album_43B18BE0_5388_8754_41C4_F0222D569385_0.label = Cumiasca - oratorio album_43E9920B_538F_80D4_41D2_7B859683C765.label = Casserio e casa rotonda album_43E9920B_538F_80D4_41D2_7B859683C765_0.label = Acq-Casserio album_43E9920B_538F_80D4_41D2_7B859683C765_1.label = Acq-Casserio-casa rotonda album_4418B1D3_51C6_2E82_41C6_A9EB704A6383.label = Leontica album_4418B1D3_51C6_2E82_41C6_A9EB704A6383_0.label = Acq-Leontica album_46ECF95C_538B_836C_41CE_04D2B4A5A7A2.label = Corzoneso album_46ECF95C_538B_836C_41CE_04D2B4A5A7A2_0.label = Acq-Corzoneso album_478AEBF7_51C6_3282_4196_ACCC9432F8E5.label = Leontica - Milizia napoleoica album_478AEBF7_51C6_3282_4196_ACCC9432F8E5_0.label = Acq-Leontica Soldato album_47933F1D_51C5_F381_41B7_67882747D5B0.label = Leontica-Stazione Nara album_47933F1D_51C5_F381_41B7_67882747D5B0_0.label = Acq-Leontica-Stazione Nara album_47AF016C_51C6_EF86_41B7_96B0EAED2644.label = Leontica-chiesa parrocchiale album_47AF016C_51C6_EF86_41B7_96B0EAED2644_0.label = Acq-Leontica-parr album_47C6A250_51C2_2D9F_4196_D0421C3F29D9.label = Leontica Altaniga album_47C6A250_51C2_2D9F_4196_D0421C3F29D9_0.label = Acq-Leontica casa album_47C6A250_51C2_2D9F_4196_D0421C3F29D9_1.label = Acq-Leontica Lavatoio album_4F4DD82D_5805_D2DC_41C5_DE48B93A674D.label = Dongio - Torchio Predacai album_4F4DD82D_5805_D2DC_41C5_DE48B93A674D_0.label = Acq-Dongio-torchio Predacai album_55B75E30_5803_2EC4_41D1_EA53360AF293.label = Dongio - chiesa parrocchiale (esterno) album_55B75E30_5803_2EC4_41D1_EA53360AF293_0.label = Acq-Dongio-parr album_55D176E4_5807_FF4C_41C9_9E2B487B6062.label = Dongio - Ext Atelier Monico album_55D176E4_5807_FF4C_41C9_9E2B487B6062_0.label = Acq-Dongio-Ext Atelier Monico album_55E95FDD_580F_2D7D_41C8_515CB41F4ED3.label = Dongio-nucleo Crespogno album_55E95FDD_580F_2D7D_41C8_515CB41F4ED3_0.label = Acq-Dongio-nucleo Crespogno album_55E95FDD_580F_2D7D_41C8_515CB41F4ED3_1.label = Acq-Dongio-vecchia casa album_5600469A_5806_FFC4_41C1_67296C45AEE4.label = Dongio - ghiacciaia album_5600469A_5806_FFC4_41C1_67296C45AEE4_0.label = Acq-Dongio-ghiacciaia album_56078CD0_5805_7344_41C1_76A022023605.label = Dongio - sentiero per Stabbio album_56078CD0_5805_7344_41C1_76A022023605_0.label = Acq-Motto-scala album_5612B784_5805_3DCC_41D4_1D73B1BDB9F0.label = Dongio - case dei Pagani album_5612B784_5805_3DCC_41D4_1D73B1BDB9F0_0.label = Acq-Dongio-Pagani album_562BD770_581D_5D43_41D2_6D29AF54A9A4.label = Motto - Stabbio album_562BD770_581D_5D43_41D2_6D29AF54A9A4_0.label = Acq-Motto-Stabbio album_56624236_5803_36CC_41C5_CFE0EDF55612.label = Motto Ponte di Balma album_56624236_5803_36CC_41C5_CFE0EDF55612_0.label = Acq-Motto Ponte di Balma (locatelli)1 album_5696CFE5_581D_2D4C_41A7_C2C6B3E7C07A.label = Motto - chiesa S.Pietro (esterno) album_56B7432E_5803_56DC_41A7_B36276A23D80.label = Motto - Oratorio (esterno) album_56B7432E_5803_56DC_41A7_B36276A23D80_0.label = Acq-Motto-Oratorio album_574C2450_5805_5344_418C_695E744C6F6D.label = Marogno album_574C2450_5805_5344_418C_695E744C6F6D_0.label = Acq-Dongio Grotti di Marogno (locatelli)5 album_574C2450_5805_5344_418C_695E744C6F6D_1.label = Acq-Dongio-Marogno-nucleo album_598EA214_57FD_56CC_41B8_13D81C7799D3.label = Dongio album_598EA214_57FD_56CC_41B8_13D81C7799D3_0.label = Acq-Dongio album_5B51F446_4EAE_F1C6_41CC_2C4D377D2ADF.label = Castro - casa Bolla album_5B51F446_4EAE_F1C6_41CC_2C4D377D2ADF_0.label = Acq-Castro-casa Bolla album_5C00FDD6_5389_837C_41C9_E57EF68D7DB8.label = Corzoneso - oratoio S.Remigio (esterno) album_5C00FDD6_5389_837C_41C9_E57EF68D7DB8_0.label = Corzoneso- oratorio S.Remigio (esterno) album_5C1D13BB_5388_8734_41BF_043E25063C51.label = Scorci di Cumiasca album_5C1D13BB_5388_8734_41BF_043E25063C51_0.label = Acq-Corzoneso-Cumiasca-lavatoio album_5C1D13BB_5388_8734_41BF_043E25063C51_1.label = Acq-Corzoneso-Cumiasca-vecchia casa album_5CC877D9_52C0_5EC3_41C7_F3F85C3A1026.label = Acquarossa-ex Terme album_5CC877D9_52C0_5EC3_41C7_F3F85C3A1026_0.label = ACQ-Acquarossa-ex Terme album_5CC877D9_52C0_5EC3_41C7_F3F85C3A1026_1.label = ACQ-Acquarossa-ex Terme sorg album_5CC877D9_52C0_5EC3_41C7_F3F85C3A1026_2.label = Acq-Acquarossa-ex Terme-vasche album_5CD767B7_5389_8F3C_4198_D3FA7591F05B.label = Corzoneso - oratorio Monastero (esterno) album_5CD767B7_5389_8F3C_4198_D3FA7591F05B_0.label = Corzoneso - oratorio Monastero (esterno) album_5CDECF06_5388_80DC_41D0_BDE6910FA09D.label = Scorci di Cumiasca album_5CDECF06_5388_80DC_41D0_BDE6910FA09D_0.label = Scorci di Cumiasca album_5D7CBCDF_4E99_92C6_41C4_0E9A7E8D9480.label = Ponto Valentino - case album_5D7CBCDF_4E99_92C6_41C4_0E9A7E8D9480_0.label = Acq-Ponto Val-casa album_5F6DF1C4_52C0_B2C1_41BD_047846746748.label = Comprovasco-chiesa parrocchiale (esterno) album_5F6DF1C4_52C0_B2C1_41BD_047846746748_0.label = ACQ-Comprovasco-parr album_5F7ADEE0_52C0_EEC1_41D3_84379835AF7C.label = Comprovasco album_5F7ADEE0_52C0_EEC1_41D3_84379835AF7C_0.label = Acq-Comprovasco album_E08AE93A_FA64_5AAC_41C5_FD78F2391349.label = Torchio di Predacai album_E08AE93A_FA64_5AAC_41C5_FD78F2391349_0.label = Acq-Dongio Torchio di Predacai (locatelli) map_04650800_128B_6225_41A4_ECA5ED1BFF40.label = Castro map_0E209249_1C54_5950_41BA_420345135664.label = Comprovasco map_13F8A4B4_1C54_5930_41B5_8BF3C5732B12.label = Corzoneso map_13FD0680_1C54_59D0_41BC_41AEE5D2D8D9.label = Cumiasca map_13FD3AF8_1C54_2930_41A7_36D6643EB4BF.label = S_Remigio-Monastero map_13FD4838_1C54_2930_41B5_1AA6A1A6114F.label = Dongio map_2DFB4AEB_15A0_36D3_41B1_D569C1DB771A.label = Negrentino map_367FAFB2_257E_EF94_41A0_7BE44852BD11.label = Motto map_385A949F_129B_225C_418E_18800D259138.label = Lottigna map_385B3773_129B_2EEB_419F_F77F88FC443D.label = Marolta map_385B3CAE_129B_227C_41A9_9EF442B97EEB.label = Prugiasco map_385B59EF_129B_25FB_41A5_2480BB0D9507.label = Ponto Valentino map_3C90A51B_2579_308B_41B6_58907A2196AD.label = Dongio-paese map_3E592213_129B_2624_41A7_30F1E3F0E6A1.label = Largario map_4A7C6E11_16E0_153B_41A1_52F108934382.label = Leontica panorama_1B06ADE1_3AD0_375C_41CD_41AFFD8F697E.label = Lottigna-museo 1 panorama_1BCBA2B8_3AD0_2D2C_41C7_0A02F739D307.label = Comune Acquarossa panorama_24289A80_3AD0_3DDC_4195_AA55C7FB4614.label = Motto - chiesa S.Pietro panorama_244B8898_3AD0_7DEC_4190_E8A108B3A75F.label = Motto - oratorio S.Maria Nascente panorama_244E24BF_3AD0_1524_415C_8EE18A94A462.label = Lottigna museo 3 panorama_24519390_3AD0_13FC_41C6_62EA84229C05.label = Corzoneso - oratorio S. Remigio panorama_24582F76_3AD0_3324_41C5_5B2048C6CC28.label = Leontica - chiesa parr. - pano panorama_245F1F30_3AD0_133C_41C2_6D97AE0C0F52.label = Corzoneso - oratorio Monastero panorama_24738E9A_3AD0_F5EC_41BB_1E9D48DB7663.label = Comprovasco - chiesa parrocchiale panorama_249300A7_3AD0_2D24_41B3_EEDCCFDBC24C.label = Dongio - chiesa parrocchiale panorama_24A784FC_3AD0_3524_41BF_EDB089F98E58.label = Corzoneso - chiesa parr.occhiale panorama_24BA0A95_3AD1_FDE4_41CC_5B64A8AE9AE1.label = Lottigna-museo 2 panorama_24BF20FC_3AD0_2D24_41C8_3C248659F224.label = Cumiasca - oratorio panorama_278363FE_3AD0_1324_417E_70A676C5C9E4.label = Lottigna - chiesa parrocchiale panorama_278815B7_3AD0_1724_41C9_91BD8356A0CA.label = Largario - Chiesa parrocchiale panorama_27C2E00A_3AD0_6CEC_41C4_15DF00B78E1C.label = Prugiasco - chiesa parrocchiale panorama_27C5C2D7_3AD0_2D64_41A3_D0C5814A6C0B.label = Marolta - chiesa parrocchiale panorama_27C91093_3AD0_2DFC_41C4_7B3CE36975BC.label = Negrentino - chiesa panorama_27CB9DC8_3AD0_176C_41BF_60A0699B66CB.label = Castro - chiesa parrocchiale panorama_27CBB92D_3AD0_3F24_41CB_E7B7821F73C9.label = Ponto Valentino - chiesa parrocchiale panorama_27CECE33_3AD3_F53C_41C5_2E284483191F.label = Castro - oratorio photo_1BABD2C5_14F2_F82D_41B4_0890BB0451DC.label = ValleBlenio-mappa photo_1BABD2C5_14F2_F82D_41B4_0890BB0451DC.label = ValleBlenio-mappa photo_5C0919AC_516A_4819_41C5_78E7AE56135B.label = ValleBlenio-mappa-Blenio photo_5C0919AC_516A_4819_41C5_78E7AE56135B.label = ValleBlenio-mappa-Blenio photo_5F4AF962_516A_C809_41D3_01C4DF239A7B.label = ValleBlenio-mappa-Serravalle photo_5F4AF962_516A_C809_41D3_01C4DF239A7B.label = ValleBlenio-mappa-Serravalle photo_BD16664C_9E87_83E8_41E1_84D7294F4A33.label = Ludiano_SPietro-Motto photo_BD16664C_9E87_83E8_41E1_84D7294F4A33.label = Ludiano_SPietro-Motto video_8DA8B8DA_9E7A_80E9_41E1_F9D2220B4E3D.label = Ponto Valentino-Milizia video_8DCED5D0_9E7A_80F9_41CD_25C6E1334EFD.label = Leontica-Milizia ## Hotspot ### Tooltip HotspotMapOverlayArea_00031E51_39CC_F111_41C9_D512CF3FE2BF.toolTip = Casa Romagnolo HotspotMapOverlayArea_0003EE52_39CC_F113_41BC_7E8B94142546.toolTip = Vecchia casa HotspotMapOverlayArea_0043323F_39CC_1111_41C5_D10F0766D181.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_01256339_39DC_171E_41C6_72BB55559AA1.toolTip = Museo HotspotMapOverlayArea_01257339_39DC_171E_4188_9540C44DD4C6.toolTip = Villa HotspotMapOverlayArea_012FF338_39DC_171E_41BD_EAD14C12063C.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_0340FCFA_39F4_3113_41BA_3DA12AA5D351.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_0375ACFB_39F4_3111_417B_30062B92EBE7.toolTip = Case HotspotMapOverlayArea_04A69908_39D4_10FF_41CA_7F0A25631BBD.toolTip = Chiesa parrocchiale Prugiasco HotspotMapOverlayArea_04AB6909_39D4_10F1_41C1_679165E2DA07.toolTip = Prugiasco: vecchie case HotspotMapOverlayArea_058040BA_20E1_5E30_41B3_B86C89563805.toolTip = Oratorio S. Remigio HotspotMapOverlayArea_05C2ABC5_39F4_1771_41BC_5DDF3334DC90.toolTip = Vecchie case HotspotMapOverlayArea_05C83BC4_39F4_1777_41C0_42CB6BE3BFCE.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_05F5643D_39D4_1111_4195_0EF7328E6C23.toolTip = Negrentino HotspotMapOverlayArea_0645A2A4_39DC_3136_4174_850FC28D5A20.toolTip = Milizia napoleonica HotspotMapOverlayArea_0645F2A4_39DC_3136_41AA_B5105B203B7C.toolTip = Nucleo Altaniga HotspotMapOverlayArea_064852A3_39DC_3132_41CC_71179DD196B2.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_06CD2D6C_20E7_4650_41B1_3ED791E80EFC.toolTip = Oratorio Monastero HotspotMapOverlayArea_07033B02_39D4_30F2_4198_0AE32C3EE212.toolTip = Stazione Nara HotspotMapOverlayArea_07F34CAC_39D4_7136_41B9_DE1DF77817EF.toolTip = Chiesa Negrentino HotspotMapOverlayArea_09DBDC5A_3954_3113_41C2_E49261AAD1A2.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_0CF2B49D_395C_7111_41B3_4996742BCD11.toolTip = Vecchia casa HotspotMapOverlayArea_0F0CF6A3_394D_F131_41C2_7D953139D4F7.toolTip = Atelier Giovanni Genucchi HotspotMapOverlayArea_0F1691C9_394D_F371_418E_8486F1CE3223.toolTip = Nucleo HotspotMapOverlayArea_0F507E9B_3954_1111_41B1_8FAEEDDDF4F7.toolTip = Oratorio S.Antonio HotspotMapOverlayArea_0F5F8E9B_3954_1111_41B7_BEEE4F1083B7.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_0F76A9A0_394D_F32F_41C3_CCF95E1D6E52.toolTip = Casa Bolla HotspotMapOverlayArea_6945EC22_38F4_7133_4196_41F9ACC233C9.toolTip = Nucleo Marogno HotspotMapOverlayArea_6949AC23_38F4_7131_41C1_248DF82A8A66.toolTip = Oratorio S.Maria Nascente HotspotMapOverlayArea_6B99F18B_38FC_73F2_4186_7E5614E408BB.toolTip = Oratorio S.Pietro HotspotMapOverlayArea_77173B11_394C_1711_41CC_C2FC9CDF5A22.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_77633B14_394C_1717_41C6_C739728C2608.toolTip = Nucleo Crespogno HotspotMapOverlayArea_77633B15_394C_1711_41C7_164B94F2B244.toolTip = Sentiero scavato nella roccia HotspotMapOverlayArea_77638B13_394C_1711_41A8_B7CBF6840228.toolTip = Ghiacciaia HotspotMapOverlayArea_77638B13_394C_1711_41C3_973BB1E2506C.toolTip = ex Atelier Ubldo Monico HotspotMapOverlayArea_7763DB14_394C_1717_41A6_56B8559C5D77.toolTip = Torchio Predacai HotspotMapOverlayArea_780ECD49_39BC_3371_41CB_A9E2AB690BF2.toolTip = Monastero HotspotMapOverlayArea_78C23B54_39CC_3717_4199_953BA277DEE8.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_78CE5B56_39CC_3713_4196_0DE23657C22E.toolTip = Casserio e casa rotonda HotspotMapOverlayArea_78CE9B55_39CC_3711_41B6_7A4E04D75BDE.toolTip = Cumiasca HotspotMapOverlayArea_7906B3D1_39CC_1711_41B0_5972318B9B2A.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_79F213D2_39CC_1713_41B3_074ED78B18FB.toolTip = ex Terme HotspotMapOverlayArea_7B412198_39BC_331F_41C7_14AAE9E6B5FF.toolTip = S.Remigio HotspotMapOverlayArea_7E1B970E_395C_10F3_41B4_CD12AEB40946.toolTip = Nucleo Marogno HotspotMapOverlayArea_7E2DDAE4_395C_1137_41CA_F5405CAA6BB1.toolTip = Motto HotspotMapOverlayArea_7E33FF27_395D_EF31_419E_CF06F23FE807.toolTip = Monti di Stabbio HotspotMapOverlayArea_7E3C349A_395C_3113_41AA_29CF355A9CAC.toolTip = Nucleo Crespogno HotspotMapOverlayArea_7E4E16BC_395C_3117_4193_173F8A297271.toolTip = Sentiero scavato nella roccia HotspotMapOverlayArea_7E5DA27F_3954_7111_41C3_790AB246D0C0.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_7E628282_3954_71F3_41C8_44AA0F3CF91B.toolTip = Torchio Predacai HotspotMapOverlayArea_7E630281_3954_71F1_41A4_4D410F5E0EB6.toolTip = Ghiacciaia HotspotMapOverlayArea_7E633280_3954_71EF_41BA_CF25B97B2A4C.toolTip = Case dei Pagani HotspotMapOverlayArea_7E636281_3954_71F1_4193_90059D549B9A.toolTip = ex Atelier Ubldo Monico HotspotMapOverlayArea_7EA5AEB3_394C_1111_41CC_5D9BD5A3102D.toolTip = Ponte di Balma HotspotMapOverlayArea_7F1F77AB_394C_3F31_4134_35A832068B08.toolTip = Chiesa parrocchiale HotspotMapOverlayArea_7F2A37AD_394C_3F31_41C9_9DC562548166.toolTip = Monastero HotspotMapOverlayArea_7F2A47AE_394C_3F33_4197_47EC88048FA8.toolTip = S.Remigio HotspotMapOverlayArea_7F2AA7AC_394C_3F37_41C5_E0EBAC8B7F70.toolTip = Casserio e casa rotonda HotspotMapOverlayArea_7F2AA7AC_394C_3F37_41CB_8163B7FE2C5B.toolTip = Oratorio HotspotMapOverlayArea_7F5E210C_394D_F0F7_4161_3F3F98BA9D11.toolTip = scorci di Cumiasca HotspotPanoramaOverlayArea_6E060685_61EA_7934_41C0_0C42CE661655.toolTip = Largario HotspotPanoramaOverlayArea_7040D756_61FE_47D4_41C2_4D82360B3F7B.toolTip = Dongio HotspotPanoramaOverlayArea_7228F053_61FA_D92C_41D2_A7044675E370.toolTip = Corzoneso HotspotPanoramaOverlayArea_7234616A_61FA_7BFD_41B6_FE034FC7E888.toolTip = Leontica HotspotPanoramaOverlayArea_72DFE0F5_61F9_BAD4_41B4_E3DCE2936806.toolTip = Motto HotspotPanoramaOverlayArea_755A2E3C_61F6_4954_41D0_940E56591413.toolTip = Comprovasco-Acquarossa HotspotPanoramaOverlayArea_764C18AC_61EA_C975_41CE_580F5168CC16.toolTip = Ponto Valentino HotspotPanoramaOverlayArea_767B4196_61EA_5B54_41D5_657293D4F959.toolTip = Lottigna HotspotPanoramaOverlayArea_774D72EC_61F6_5EF4_41D7_DEEB7EC85517.toolTip = Prugiasco HotspotPanoramaOverlayArea_77EF0014_61F6_5954_41C2_7684CF5334A9.toolTip = Castro HotspotPanoramaOverlayArea_7BF35D75_61F6_4BD7_41A9_F547C0A078DC.toolTip = Marolta ## Action ### URL LinkBehaviour_09681745_1C10_F732_41B4_986C46126B79.source = _HD/Prugiasco-chiesa-parrocchiale LinkBehaviour_0973AD4C_1C10_1B32_41B1_5DE18F25D733.source = _HD/Comprovasco-chiesa-parrocchiale LinkBehaviour_097433BE_1C10_0F4E_41B9_B7641155A7FB.source = _HD/Corzoneso-oratorio-SRemigio LinkBehaviour_09743B44_1C10_1F32_41A1_7352E48E4117.source = _HD/Castro-oratorio LinkBehaviour_09746F77_1C10_17DE_419F_EACBEF71C7CE.source = _HD/Corzoneso-chiesa-parrocchiale LinkBehaviour_09747193_1C10_0B56_41B7_E9FF7F1D4D13.source = _HD/Corzoneso-oratorio-Monastero LinkBehaviour_0974C5EE_1C10_0ACE_41AC_B1EA5CF10183.source = _HD/Cumiasca-oratorio 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